Svizzera

A Zurigo è fiorita una pianta rarissima (e puzzolente)

L’aro titano ha mostrato tutto il suo splendore al Giardino botanico - Uno spettacolo che mancava da 2 anni e che dura poco più di un giorno

  • Oggi, 05:49
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Il fiore che puzza

Telegiornale 25.06.2025, 20:00

Di: Omar Cartulano, corrispondente RSI

Appassionati di botanica e semplici curiosi tra lunedì e martedì sono accorsi numerosi al Giardino botanico di Zurigo per un’occasione quasi unica: la fioritura dell’aro titano. Un vero e proprio evento, per il quale si attendono anni, ma per il quale occorre sbrigarsi ad arrivare sul posto visto che dura meno di due giorni ed è imprevedibile.

L’infiorescenza più grande del mondo

L’Amorphopallus titanum è decisamente speciale per il suo peso e le dimensioni. L’esemplare fiorito a Zurigo lunedì pomeriggio è alto 1,5 metri, ma in natura, sull’isola indonesiana di Sumatra, può crescere fino a 3,5 metri. Nella primavera del 2023 già un altro aro titano aveva esibito la sua infiorescenza al giardino botanico, ma per la prossima si potrebbero attendere tra i 2 e i 10 anni. Quest’anno a favorirla e velocizzarla potrebbe essere anche stato il periodo molto caldo.

Purtroppo non sappiamo quando sarà la prossima. Oggi si sta già affievolendo, tutto avviene rapidamente. Fiorisce per meno di due giorni, poi va di nuovo in dormienza per mesi

Evelin Pfeifer, educatrice giardino botanico - Università di Zurigo

Una delle piante più puzzolenti al mondo

A caratterizzare questa pianta (considerata a rischio) è anche l’odore nauseabondo che emana. L’alta parte centrale è in grado di riscaldarsi fino a 37 gradi e rilasciare delle fragranze che sanno di carogna. L’odore attira dei coleotteri che normalmente depongono le uova sulla “carne marcia” e che qui vengono attirati, come in una trappola, nel fiore. Il loro passaggio è fondamentale per la riuscita dell’impollinazione.

Tanto lavoro per i ricercatori

A onore del vero, l’aro titano “zurighese” al momento della nostra visita non puzzava particolarmente. Un parziale mistero per i botanisti dell’Università di Zurigo, che da anni studiano come prendersi cura di questa pianta così unica e rara. “Ci sono voluti 14 anni per farla fiorire, dato che si trattava di un bulbo molto piccolo - spiega Evelin Pfeifer -. Ha bisogno di una certa quantità di riscaldamento a pavimento, di periodi di riposo e bisogna fare attenzione alle annaffiature”.

Un grande e paziente lavoro per i giardinieri, che in questi giorni ha finalmente trovato la sua massima espressione. Per la gioia dei botanisti e ovviamente dei tanti visitatori, smaniosi di scattare una foto a una pianta tanto rara quanto affascinante.

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