C’è l’Arcangelo Gabriele che annuncia a Maria la maternità, ci sono angeli di tutte le epoche appesi all’albero di Natale, angioletti sospesi qua e là, sorridenti nelle icone. E poi ci sono gli angeli inconsueti, nati dall’immaginazione di artisti contemporanei. Dai più tradizionali ai più sorprendenti, sono tutti riuniti nella mostra “Angeli all’infinito”, allestita al castello di Gruyères e visitabile fino all’11 gennaio.
“Abbiamo consultato i testi biblici per capire l’importanza degli angeli, ma in realtà la loro presenza è breve e fugace. Sono dunque gli artigiani, gli artisti, gli architetti e tutti gli addetti alle decorazioni natalizie ad aver portato gli angeli al centro del Natale”, ha raccontato Élise Meyer, curatrice della mostra, alle telecamere del Telegiornale.
Il risultato è un itinerario che mette in dialogo devozione, cultura popolare e letture contemporanee, mostrando come questa figura sia diventata onnipresente nelle feste e, insieme, continuamente reinventata.
Custodi invisibili degli esseri umani, dotati di ali o di strumenti adatti al canto celeste. Buoni, gentili, puri, ma non solo. “Gli angeli vengono spesso associati ai bambini buoni e perfetti. Ma nei Vangeli apocrifi o nell’Antico Testamento, emerge un’immagine diversa: l’angelo è talvolta guerriero, combattente”, ha spiegato Meyer. “Basti pensare ai serafini, misteriosi, potenti, per metà animali e per metà angelici”.
La mostra invita così a superare l’immagine edulcorata per restituire agli angeli la loro complessità simbolica.








