Il periodo natalizio, si sa, è ricco di simboli legati alla natura che ci ricordano le festività: dalla stella cometa, al pettirosso fino ad arrivare al vischio. Una pianta che in molti identificano come il vegetale prediletto sotto cui baciarsi, per poter gioire di fortuna e prosperità.
Oltre al suo ruolo nelle feste di fine anno, il vischio è degno di interesse per alcune caratteristiche, che lo rendono una pianta particolare. Innanzitutto, questo piccolo arbusto cresce fissandosi obbligatoriamente su altre piante e – dal punto di vista forestale – è dunque considerato un parassita. Per la precisione si tratta di un emiparassita: pur essendo in grado di fare la fotosintesi grazie alla clorofilla contenuta nelle sue foglie e nei suoi rami, per crescere il vischio preleva acqua e sali minerali da altri alberi.

Il vischio
RSI Info 24.12.2025, 16:00
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Non esiste una sola specie di vischio al mondo, ma diverse. Il genere Viscum conta infatti una settantina di specie: circa quaranta vivono in Africa e una trentina sono distribuite tra Europa, Asia e Australia. In Europa si conoscono due specie: il Viscum album (vischio comune) e il Viscum cruciatum (vischio a bacca rossa). Il vischio a bacca rossa è presente nel bacino del Mediterraneo, mentre in Svizzera è presente solo il vischio bianco, che si divide in sottospecie in base al tipo di pianta su cui cresce (latifoglie o conifere).
Il vischio comune è una pianta sempreverde, perenne e che cresce a forma di cespuglio riconoscibile dalle foglie piuttosto coriacee e le bacche di colore bianco. Per poter parassitare un’altra pianta, il vischio produce dei cordoni e delle ramificazioni all’interno della corteccia dell’albero ospite, che raggiungono i tessuti dentro i quali scorre la linfa, da cui preleva acqua e i sali minerali.
Per colonizzare altre piante, il vischio si fa aiutare dagli uccelli, che nel periodo invernale si nutrono delle sue bacche. I frutti transitano nel tratto intestinale degli uccelli e quel che resta – semi compresi – viene espulso con le feci. In questo modo i semi sono così distribuiti sui rami della pianta di origine o su altri vegetali, dove possono poi germogliare.

Grazie agli uccelli il vischio può colonizzare le piante vicine
Con la germogliazione, dal seme fuoriesce un piccolo fusticino verde che, invece di crescere in direzione della luce, si ritorce verso la corteccia della pianta ospite e col tempo sviluppa una struttura particolare chiamata austorio, cioè l’organo attraverso il quale il giovane vischio entrerà in contatto con i tessuti conduttori della pianta ospite per prelevare acqua, sali minerali e composti organici dalla pianta ospite.
Malgrado il suo comportamento parassita, in rari casi la presenza del vischio uccide la pianta ospite, anche perché ha bisogno di lei per sopravvivere. Un attacco di vischio può avere tuttavia varie conseguenze in un albero: un attacco massiccio può ad esempio rallentare la crescita dell’albero parassitato oppure, unitamente ad altri fattori, può condurre al deperimento di certi alberi.
La presenza del vischio sulle latifoglie anche nel periodo invernale conferisce a queste ultime un aspetto “verde” anche dopo l’annuale caduta delle foglie. E secondo alcuni, questa particolarità potrebbe aver favorito l’associazione tra il vischio e i concetti di fertilità e buon auspicio. Un’associazione presente in molte culture, dai celti fino al cristianesimo. Diverse culture attribuivano proprietà mistiche al vischio. I Druidi celti celebravano la vigilia di mezza estate, che iniziava con il rituale del taglio di una pianta di vischio da una quercia utilizzando una falce d’oro.
Un’usanza che ritroviamo, in tono leggero e romanzato, nelle avventure di Asterix e Obelix, in cui il Druido Panoramix raccoglie il vischio, ingrediente chiave per la preparazione della celebre pozione magica.
Dal Medioevo in poi, il vischio ha avuto un ruolo centrale nella cultura popolare e nella medicina tradizionale dell’epoca. Veniva raccolto e legato in fasci con la funzione di allontanare gli spiriti maligni e per favorire i sogni profetici. Inoltre, era considerato una cura per tutta una serie di problemi di salute. Le origini della tradizione del bacio sotto il vischio non sono del tutto sicure. Se da un lato esiste un riferimento alla mitologia norrena, pare che la tradizione risalga all’Inghilterra del XVI secolo. Ma tra i primi a fare per la prima volta un riferimento scritto all’usanza del bacio fu Charles Dickens nel 1836, con il suo romanzo Il Circolo Pickwick.
Insomma, se da un lato le questioni legate alle origini del bacio sotto il vischio non sono ancora risolte, dall’altro ogni occasione è buona per scambiarsi un bacio, come un gesto simbolico di buon auspicio e prosperità.











