Studio

L’agricoltura svizzera potrebbe nutrire tutta la popolazione

Una ricerca indica che la Svizzera riuscirebbe a produrre abbastanza cibo per rinunciare alle importazioni, riducendo il consumo di carne e latticini

  • Un'ora fa
I bovini hanno il loro posto sui pascoli svizzeri, ma la produzione di foraggi su terreni coltivabili non ha senso, secondo i ricercatori

I bovini hanno il loro posto sui pascoli svizzeri, ma la produzione di foraggi su terreni coltivabili non ha senso, secondo i ricercatori

  • Keystone
Di: Thibaut Schaller, Coraline Pauchard (RTS)/sf 

L’agricoltura svizzera potrebbe produrre abbastanza cibo per nutrire tutto il Paese. È la conclusione di uno studio condotto dall’Istituto di ricerca in agricoltura biologica (FiBL), il Politecnico federale di Zurigo e la società Ecologia e paesaggio (Ö+L GmbH).

Per Raphaël Charles, responsabile del dipartimento romando del FiBL, il risultato “controintuitivo” si basa su un dato noto: l’allevamento, la produzione di carne e di latte richiedono molte risorse. “Questi elementi già conosciuti permettono di affrontare la questione di come utilizzare le nostre terre per nutrire prima di tutto l’essere umano, un tema finora mai trattato in Svizzera”, spiega ai microfoni di RTS.

L’intervista completa a Raphaël Charles (Forum, RTS, 14.12.2025)

Concorrenza per la produzione vegetale

Secondo il ricercatore, il punto centrale dello studio riguarda la concorrenza diretta tra la produzione vegetale destinata esclusivamente all’alimentazione umana e quella che passa attraverso gli animali. Oggi una parte importante delle superfici coltivate serve a produrre foraggi, soprattutto per bovini e pollame.

Lo studio evidenzia che, eliminando i foraggi destinati agli animali, la Svizzera potrebbe nutrire l’intera popolazione. “Ma il prezzo da pagare è consumare meno carne e meno latticini”, sottolinea Charles.

Preparare la politica agricola di domani

L’allevamento bovino sui pascoli non è messo in discussione dallo studio. “La Svizzera è un Paese di prati e i bovini hanno il loro posto”, afferma il ricercatore. La produzione di foraggi su terreni coltivabili non ha invece senso, secondo Charles.

Lo studio evidenzia inoltre che l’attuale sistema, basato su pagamenti diretti e tariffe doganali, sostiene maggiormente la produzione animale rispetto a quella vegetale. L’obiettivo, per il ricercatore, non è comunque imporre una soluzione: “La ricerca vuole mettere in discussione il nostro sistema attuale. I miei colleghi portano fatti e riflessioni per preparare la politica agricola di domani”.

Cambiare i metodi di produzione e adattare le abitudini alimentari avrebbe anche effetti positivi sul clima e sulla biodiversità. Alcune misure, come aumentare la quota di cereali e leguminose destinate all’alimentazione umana, potrebbero essere attuate rapidamente.

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Notiziario 22.12.2025, 10:00

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