I dazi imposti alla Svizzera dal presidente statunitense Donald Trump continuano a tenere banco, anche sulla stampa domenicale. Se su un’eventuale tassazione dei lingotti d’oro – raffinati soprattutto in Svizzera e in particolare in Ticino – continua a regnare una certa confusione e si attende l’annunciato decreto USA che dovrebbe fare chiarezza, al centro dell’attenzione elvetica ci sono ora anche i farmaci, sui quali Trump ha minacciato dazi inizialmente bassi, ma che nel giro di un anno potrebbero arrivare “fino al 250%”.
Il Consiglio federale ha convocato una riunione di crisi con i dirigenti dell’industria farmaceutica svizzera, secondo quanto riporta il SonntagsBlick. Il ministro della sanità Elisabeth Baume-Schneider, il ministro dell’economia Guy Parmelin e i rappresentanti di Novartis e Roche si incontreranno dopo le vacanze estive. I due gruppi farmaceutici svizzeri hanno già annunciato investimenti multimiliardari negli Stati Uniti.
Si fa invece sempre più difficile la posizione dell’India e del premier Narendra Modi, sotto pressione dall’ultimatum, con scadenza al 27 agosto, lanciato da Washington a Nuova Delhi: cessare gli acquisti di petrolio russo o vedersi applicare dazi doganali elevati, che passerebbero dall’attuale 25% al 50%.

I nuovi dazi di Trump entrano in vigore
Telegiornale 07.08.2025, 12:30