Svizzera

Gruyère, preoccupazione per i dazi imposti da Trump

Sono 4’000 le tonnellate di questo formaggio esportate negli USA ogni anno - Il settore teme un contraccolpo

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Le preoccupazioni dei produttori di Gruyère

Telegiornale 07.08.2025, 20:00

  • keystone
Di: Telegiornale/M. Ang. 

Tra i settori che temono un contraccolpo, per i dazi imposti alla Svizzera dal presidente statunitense Donald Trump, c’è anche quello della produzione di formaggio. I nostri colleghi giornalisti di RTS si sono recati da un produttore di Gruyère a Yverdon e da un commerciante, negli Stati Uniti.

Il Gruyère - oltreoceano - è già considerato un bene di lusso. Ora il suo prezzo è destinato a salire ulteriormente. “È una doccia fredda, una catastrofe, aumentare così tanto i prezzi... anche perché non si tratta solo del 39% in più, a questo va aggiunto la debolezza del dollaro che incide; ci saranno ripercussioni negative sul mercato”, spiega Anthony Margot, della Margot Fromages.

Sono 4’000 le tonnellate di formaggio Gruyère esportate negli USA ogni anno, pari a 1/3 della produzione totale destinata ai mercati esteri. “Rischiamo di dover diminuire la produzione. La qual cosa avrà un impatto negativo sui produttori di latte e sui produttori di formaggio. Tutti abbiamo investito per mercati esteri come quello statunitense, non è certo una buona notizia”, sottolinea Margot.

Il calo di produzione per gli Stati Uniti potrebbe aggirarsi intorno alle 1’000 tonnellate all’anno, ovvero una perdita di guadagno di 15 milioni di franchi, secondo le stime dell’Associazione Gruyère.

E negli Stati Uniti? A Santa Monica, in California, all’Andrew’s Cheese shop, ad esempio, il proprietario è dispiaciuto, ma non preoccupato. “Abbiamo delle alternative: abbiamo formaggi francesi (che sono molto simili ai formaggi d’alpeggio), poi ci sono formaggi italiani, tedeschi... Ci sono anche sostituti negli Stati Uniti, ma se si vuole l’originale dalla Svizzera, come Emmental o altro, il prezzo aumenterà nei prossimi mesi a un livello insostenibile”, spiega Andrew Steiner, di Andrew’s Cheese shop.

Così per l’imprenditore di Yverdon non rimane che rimboccarsi le maniche. “Come detto, continueremo ad alzarci la mattina, a lavorare duro per un prodotto di qualità, senza contare sugli aiuti e le sovvenzioni”, dice Margot. In previsione, la produzione del famoso formaggio è già stata ridotta del 3%.

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