Il World Economic Forum (WEF) sta vivendo una fase di trasformazione. Il fondatore Klaus Schwab, finito al centro di sospetti di irregolarità finanziarie da cui è stato però in seguito scagionato, ha comunque lasciato la guida dell’organizzazione. Al suo posto, dopo un interinato affidato a Peter Brabeck-Letmathe, sono arrivati due copresidenti: Larry Fink, numero uno di BlackRock, e André Hoffmann, imprenditore svizzero erede della famiglia Hoffmann–La Roche.
Ma che futuro attende davvero il WEF, nato all’inizio degli anni Settanta e diventato in mezzo secolo un’istituzione globale? La redazione di SEIDISERA lo ha chiesto a Bruno Giussani, ex dirigente del Forum, analista e già curatore di TED.
Per Giussani, il valore dell’organizzazione non può essere ridotto alla sola conferenza annuale di Davos: il WEF “è una fondazione con più di 400 dipendenti, la maggior parte a Ginevra, ma molti distribuiti in giro per il mondo, che opera tutto l’anno”. “La ragione per la quale un’organizzazione come il WEF è importante è che il mondo ha bisogno di luoghi dove parlare al mondo: dove le persone, i leader politici, economici, culturali, sociali possano confrontarsi direttamente. Non ci sono molti posti così”.
Il mondo ha bisogno di luoghi dove parlare al mondo.
Bruno Giussani, Ex dirigente del Forum e analista
Resta aperta anche la questione della sede. Il WEF ha il suo cuore a Ginevra, ma Giussani sottolinea che in futuro non è da escludere un trasferimento verso Paesi pronti a offrire incentivi più generosi, come gli Emirati Arabi Uniti. Per la Svizzera, però, sarebbe una perdita strategica: “Il WEF è un elemento assolutamente centrale di quello che si chiama soft power svizzero, cioè la capacità di proiettarsi al di fuori dei confini non con mezzi fisici o militari, ma con mezzi simbolici”. Il futuro del Forum dipenderà quindi anche dalle scelte della Confederazione: “Il soft power svizzero ha perso colpi ultimamente. Quindi c’è anche la questione di cosa vorrà eventualmente fare la Svizzera per mantenere il WEF, in Svizzera”.