Svizzera

La seconda vita all’estero dei tram svizzeri

Undici sono in partenza da Berna per l’Ucraina - Ma sono molte le località in tutto il mondo dove circolano mezzi elvetici

  • 17 gennaio, 05:46
  • 17 gennaio, 09:37
Uno dei tram zurighesi ora operativi in Ucraina

Uno dei tram zurighesi ora operativi in Ucraina

  • VBZ
Di: Fabio Flepp (SRF) e Patrick Stopper

Trascorrere una vacanza a migliaia di chilometri dalla Svizzera, salire a bordo di un mezzo pubblico e sentirsi improvvisamente a casa. È la sensazione che si può provare in diverse località del mondo, dove continuano a circolare tram, treni e bus dismessi dalle società di trasporto elvetiche.

Sarà presto il caso di undici tram bernesi, che saranno portati nella città ucraina di Leopoli. Si tratta dei primi modelli a pianale ribassato costruiti in Svizzera, che però qui non soddisfano più la legge federale sui disabili. Sono in buone condizioni (hanno circa trent’anni) e potranno essere utilizzati in Ucraina per altri dieci-dodici anni, come comunicato negli scorsi giorni dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), che organizza e finanzia il trasporto dei tram.

L’Ucraina è la prossima destinazione anche per complessivamente 67 tram zurighesi, con i primi veicoli che sono stati portati a Vinnytsia durante la scorsa primavera e altri 31 che dovrebbero partire prossimamente. Anche in questo caso si tratta di mezzi che potranno continuare a viaggiare ancora per dodici-quindici anni.

In Ucraina circoleranno complessivamente 67 tram zurighesi

In Ucraina circoleranno complessivamente 67 tram zurighesi

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A caccia di tram svizzeri in tutto il mondo

Le composizioni destinate all’Ucraina sono soltanto il caso più recente. L’esportazione e il reimpiego all’estero di tram, come pure di treni e bus, è infatti una sorta di tradizione elvetica. Lo sa bene Cyrill Seifert, che da anni gira il mondo in cerca di mezzi (in particolare tram e treni) che un tempo circolavano in Svizzera.

Una passione che sinora gli ha permesso di compilare un elenco che comprende oltre cinquecento voci, quasi sempre con tanto di fotografie. “Ogni veicolo è un pezzo di Svizzera. È affascinante poterli rivedere” racconta Seifert, in una testimonianza raccolta da SRF.

Qualche esempio? I convogli della Waldenburgerbahn (Basilea Campagna) che oggi circolano in Slovacchia oppure quelli della ferrovia San Gallo-Trogen finiti in Alto Adige. In Romania è invece possibile viaggiare a bordo di vagoni che presentano ancora la scritta “Kleine Scheidegg” (stazione nell’Oberland bernese, capolinea della ferrovia della Jungfrau).

In Sudamerica la “mecca dei filobus elvetici”

Un po’ di Svizzera si trova anche nella Corea del Nord: nella capitale Pyongyang sono infatti operativi tram zurighesi dismessi nel 1994. Si tratta di un’esportazione, questa, in cui non è stata coinvolta la SECO, come assicura il consulente Martin Häfliger, interpellato da SRF. E di questi mezzi, Seifert non possiede delle fotografie: “Purtroppo quando ero lì non li ho potuti immortalare, in quanto la linea è gestita dai militari” ricorda.

Un tram zurighese a Pyongyang, in Corea del Nord

Alcuni tram zurighesi dismessi nel 1994 sono finiti a Pyongyang, nella Corea del Nord

  • Tram Museum di Zurigo / Norbert Kuschinski

Per un assaggio di Svizzera nel traffico di una città straniera, Seifert consiglia vivamente un viaggio a Belgrado, in Serbia: “Lì i tram riportano ancora i nomi delle fermate basilesi”. Poi c’è la Repubblica della Guinea-Bissau, in Africa occidentale, dove l’appassionato ha potuto viaggiare su autobus un tempo operati dall’azienda dei trasporti di Friburgo.

Bus friburghesi nella Repubblica della Guinea-Bissau

Nella Repubblica della Guinea-Bissau si sale a bordo di bus friburghesi

  • Cyrill Seifert

In Sudamerica c’è poi quella che Seifert definisce come “la mecca dei nostalgici dei filobus svizzeri”. Si tratta di Valparaíso, in Cile: “Dagli anni Novanta, nella città portuale vengono utilizzati filobus provenienti da Zurigo, Sciaffusa, San Gallo e Ginevra. Dal 2014 la flotta è poi stata ringiovanita con mezzi lucernesi”. Anche se ora tutti i veicoli sono dipinti di verde, “l’estetica e alcuni interni sono ancora quelli originali”.

Un pezzo di storia ferroviaria elvetica in Madagascar

Per chi cerca il fascino di vecchi treni svizzeri, c’è il Madagascar. A partire dal 1999, nel sud dell’isola l’iniziativa di un operatore privato ha infatti dato una seconda vita a carrozze delle ferrovie a scartamento ridotto Furka-Oberalp, Losanna-Bercher, Lucerna-Stans-Engelberg, Bière-Apples-Morges e Yverdon-Sainte-Croix. “Sembra di tornare nella Svizzera di cinquant’anni fa, con la differenza che fuori dal finestrino si scorge un paesaggio tropicale” dice a SRF l’imprenditore Franz Stadelmann.

Il Madagascar è anche la destinazione finale dei vecchi treni FLP Lugano-Ponte Tresa, che però sono ancora parcheggiati in un porto situato a circa 250 chilometri di distanza dalla capitale Antananarivo. Saranno impiegati per una ferrovia urbana, la cui inaugurazione - inizialmente prevista per lo scorso agosto - è slittata a quest’anno. I promotori dell’iniziativa miravano alla creazione di una linea elettrificata, tuttavia è probabile che inizialmente le carrozze saranno trainate da locomotive diesel. Si tratta del rilancio di un progetto più datato: già nel 2004 erano infatti state mandate in Madagascar diverse composizioni della Forchbahn zurighese, proprio per la capitale.

Un vecchio treno FLP parcheggiato in un porto del Madagascar nel maggio del 2023

Un vecchio treno FLP in una fotografia del maggio 2023 scattata in un porto del Madagascar

  • Midi Madagasikara / Edmond Rakotomalala

Quando la destinazione finale è un museo

Tram, treni e bus che non trovano una nuova vita in un altro Paese, non vengono per forza rottamati. Un’altra possibile destinazione è il museo. È per esempio il caso di una locomotiva che negli anni Sessanta circolava in Valle di Blenio, tra Biasca e Acquarossa, e che dal 2001 aveva servito la Ferrovia turistica Mesolcinese: nell’estate del 2021 ha terminato il suo viaggio al Wagi Museum di Schlieren (ZH).

Tra il 2014 e il 2016 a Lugano è avvenuto il completo rinnovo della funicolare che collega Piazza Cioccaro alla stazione ferroviaria, con la sostituzione delle vetture. Una era stata donata all’associazione RétroBus Léman.

In queste settimane è in corso un rinnovo della funicolare del San Salvatore. E anche in questo caso è prevista la sostituzione delle due vetture, che non possono però essere reimpiegate altrove: “Si tratta di pezzi unici sviluppati per l’impianto di risalita del San Salvatore” ci dice Francesco Markesch, direttore della società. Ma è prevista una nuova vita per la fune, lunga 1’600 metri: sarà infatti affidata a un’azienda che la utilizzerà per la costruzione di ponti nel sud-est asiatico.

Tram svizzeri, nuova vita in Ucraina

Telegiornale 12.01.2024, 20:00

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