Svizzera

Sospette irregolarità nelle scommesse sportive di Swisslos

A Basilea inchieste penali in corso, l’autorità di sorveglianza chiede la fine dell’anonimia

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RG 12.30 del 22.08.2025 La corrispondenza di Gianluca Olgiati

RSI Info 22.08.2025, 12:49

  • SRF
Di: SRF/pon 

La procura di Basilea Città ha aperto diversi incarti penali relativi a irregolarità nelle scommesse sportive di Swisslos. Lo ha confermato la stessa magistratura dopo ricerche di SRF, che ne ha dato notizia venerdì mattina. Non si esclude che anche altre regioni possano essere coinvolte. Al centro dell’inchiesta, le macchinette automatiche come quelle che si trovano in chioschi e bar, dove gli scommettitori possono puntare (anonimamente, se la vincita è inferiore a 1’000 franchi) sui risultati di eventi sportivi.

Della possibilità di restare anonimi, però, ci sarebbe chi abusa e si tratterebbe proprio di alcuni rivenditori, che scommetterebbero di persona su eventi a basso rischio (e quindi anche bassa quotazione), incassando non solo vincite probabili ma pure la commissione del 5%. L’autorità di vigilanza (GESPA, Autorità intercantonale di vigilanza sui giochi in denaro) teme che ci sia sotto anche altro: “Non escludiamo il riciclaggio di denaro”, ha dichiarato il suo numero uno, Manuel Richard, alla televisione della Svizzera tedesca.

La GESPA chiede di mettere fine alle scommesse anonime (già impossibili online), ma Swisslos - che non sapeva fin qui delle inchieste penali - rifiuta il provvedimento bollandolo come sproporzionato. Si tratterebbe solo di una quindicina di casi di comportamento sleale, lacune nella gestione dei rischi alle quali si sarebbe già posto rimedio, anche perché la maggioranza degli interessati avrebbe già abbandonato il mercato. Anche un divieto esplicito per i rivenditori di scommettere nei proprio locali viene ritenuto “impossibile da imporre e verificare”, ha detto il direttore Roger Fasnacht. Potrebbe essere facilmente aggirato con dei prestanome.

La GESPA, tuttavia, non si vuole accontentare e ha allertato l’Ufficio federale di giustizia, chiedendo se l’attuale regolamentazione sia considerata sufficiente.

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