Ticino e Grigioni

“Con la diagnosi ho dato un nome a quello che mi stava succedendo”

In occasione della Giornata mondiale del disturbo bipolare, due donne raccontano com’è la loro vita con la malattia, tra difficoltà e traguardi

  • 30 marzo, 06:38
  • 30 marzo, 10:12

Vivere col bipolarismo

Marco Soldati 29.03.2024, 22:10

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Di: Federica Ciommiento

“Quando sono su di giri sono una trottola, ho tanta energia. Mentre quando sono in “down” sono molto apatica e provo una tristezza profonda”. Ad Anna*, è stato diagnosticato un disturbo bipolare all’età di vent’anni. Una notizia dura da accettare, ma che l’ha aiutata a condurre una vita piuttosto stabile.

La malattia si presenta con caratteristiche più o meno marcate, ma un trattamento farmacologico è necessario, come pure il sostegno di amici e persone care: “Grazie a loro sono riuscita a formare una famiglia e a poter lavorare”, racconta Fiorella*.

Non è possibile avere dei dati precisi su quante persone ne soffrono in Svizzera, ma Anna e Fiorella concordano: bisogna parlarne, anche per abbattere ogni tipo di stigma. Un obiettivo che persegue pure l’associazione ZETA Movement, tramite degli incontri tra giovani e per i giovani.

*Nome di fantasia

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