“L’apertura di un’inchiesta non è mai una cosa positiva”

Sono quindi 4, e sono anche le più grosse del settore, le imprese in Ticino finite nel mirino della COMCO per possibili accordi sul prezzo di vendita e la posa dell’acciaio d’armatura.

Nessuno ha voluto mostrarsi davanti ad una telecamera, ma tutti dicono di non c’entrare, che stanno collaborando e che si affidano ai loro avvocati. Nessuna violazione, afferma la Spaeter Ticino di Bioggio, mentre la Weber di Giubiasco sottolinea di essere nuova nel cantone e che la verifica concerne aziende che ha comprato. Nessuno, invece, risponde alla Ghielmimport a Mezzovico. Quanto alla Frigerio di Cadenazzo, dai suoi uffici viene detto che non sono più attivi in questo mercato da un anno e mezzo.

Ma come commenta la vicenda l’associazione mantello degli impresari e costruttori? “L’apertura di un’inchiesta non è mai una cosa positiva”, osserva Nicola Bagnovini, direttore della SSIC Ticino, aggiungendo però che “è difficile esprimersi in questo momento” visto che ci si trova all’apertura di un’indagine, per la cui conclusione sono stati annunciati “addirittura due anni”. Intanto Bagnovini sottolinea che la Società impresari e costruttori “è da sempre attiva sia a livello nazionale che cantonale per il rispetto di tutte le leggi. Siamo quindi assolutamente contrari a qualsiasi violazione di queste leggi”.

È un fatto però che il prezzo dell’acciaio d’armatura ha comunque subito fluttuazioni rilevanti. Il direttore della SSIC Ticino cita in questo senso gli aumenti seguiti alla pandemia e allo scoppio della guerra in Ucraina. Tuttavia, aggiunge, “è per me impossibile capire se questi aumenti, che fra l’altro ci sono stati sul piano nazionale e internazionale, siano dovuti a situazioni poco chiare”. Inoltre il prezzo negli ultimi due anni e mezzo “è stato abbastanza costante; non c’è più stata un’oscillazione” di questo materiale.