Il Ministero pubblico ticinese ha chiuso l’inchiesta per due spaccate in altrettante gioiellerie, compiute la scorsa estate. In carcere, in attesa di processo, ci sono due cittadini rumeni sospettati di altri colpi in Romandia e nei Grigioni.
Il primo colpo lo misero a segno nella notte fra il 28 e il 29 giugno 2025: riuscirono così a spaccare la vetrina di una gioielleria di Lugano. Ma pochi giorni dopo, ossia fra il 4 e il 5 luglio, portarono a segno un successivo colpo in una rivendita di gioielli ad Ascona. In entrambi i casi, tuttavia, i loro volti vennero ripresi da telecamere di sicurezza.
Le immagini vennero quindi trasmesse ad Europol, ma degli autori non emersero tracce per diverse settimane. Questo, perlomeno, fino allo scorso 2 settembre, quando la polizia vallesana procedette all’arresto di due persone nei pressi di Sion: due rumeni, di 35 e 50 anni, che avevano un appartamento da quelle parti, nella quale venne ritrovata refurtiva, ossia orologi rubati il giorno prima in un negozio di Crans-Montana.
Emerse, e per questo venne effettuato il loro trasferimento al carcere della Stampa, che i due avevano compiuto anche i colpi ai danni delle gioiellerie in Ticino. Almeno uno dei due, inoltre, sarebbe anche implicato in un furto piuttosto rilevante in un negozio a Coira.
Inizialmente, va ricordato, la Procura ticinese aveva avanzato sospetti anche nei riguardi di una terza persona: un rumeno residente in Italia, che era stato però arrestato per errore vicino a Roma attraverso un mandato di cattura internazionale. Ha così trascorso 24 ore in carcere, ma è risultato estraneo ai fatti.