Ticino e Grigioni

Comunità balcaniche in Ticino, 30 anni dopo

Lo studio, a 3 decenni dalle guerre nell'ex Jugoslavia, fotografa una comunità ben integrata nel tessuto sociale ed economico

  • 15.05.2023, 20:43
  • 20.11.2024, 11:18
12:50

La diaspora balcanica in Ticino

Il Quotidiano 15.05.2023, 19:00

  • RSI
Di: Quot/Red MM 

Un lavoro complesso e delicato: uno studio, a trent'anni di distanza dalle guerre nell'ex Jugoslavia, indaga la presenza delle comunità balcaniche in Ticino. Una presenza importante: la diaspora, infatti, rappresenta circa un decimo della popolazione del cantone. Numerosa e ben integrata nel tessuto sociale ed economico.

"I Balcani sono il dramma forse più recente, più vicino a noi, ma già sufficientemente contestualizzato, perché sono già passati 30 anni. I nodi non sono ancora tutti stati risolti, però tutti ci ricordiamo molto bene che cosa è successo negli anni '90", spiega Pietro Montorfani, storico, da un anno studia la diaspora balcanica in Ticino. La sua ricerca, patrocinata dalla fondazione Federica Spitzer, continua il discorso promosso dalla Fondazione stessa con la creazione del Giardino dei Giusti a Lugano, e dà voce a chi fuggì gli orrori delle guerre.

Pietro Montorfani, storico, da un anno studia la diaspora balcanica in Ticino

Pietro Montorfani, storico, da un anno studia la diaspora balcanica in Ticino

  • RSI

"Si trattava di studiare i popoli provenienti dalla ex Jugoslavia, dimenticandosi che è esistita una Jugoslavia, cercando di ricostruire dei percorsi che fossero il più possibile dettagliati. Io sono andato a cercare i paesi, addirittura i villaggi di provenienza. E poi, in Ticino, le città e i villaggi di arrivo", sottolinea Montorfani.

"Se c'è una cosa che ci insegna la storia dei Balcani è che la pluralità è la cifra distintiva della convivenza. Il fatto che l'identità stessa deve sempre essere declinata al plurale, altrimenti le persone non si conoscono veramente, altrimenti si vedono solo nella loro bidimensionalità. Questo è quello che noi abbiamo imparato dal loro arrivo negli anni '90, ed è per questo che io ho voluto ragionare non tanto per nazionalità, ma per comunità", afferma Montorfani.

"Il canton Ticino è cambiato grazie a questi flussi migratori. E oggi si è potuto reagire bene, direi, di fronte alla tragedia Ucraina anche perché qualcosa abbiamo imparato ( me lo dicevano, per esempio, dei militi della Protezione Civile, delle persone legate ad associazioni non governative). Quel test enorme, che era stata la guerra dei Balcani, oggi ha portato frutto a livello di pratiche e di consapevolezza".

"La Fondazione, grazie a questo lavoro, è intenzionata a continuare a studiare questo fenomeno e a capire che cosa vuol dire abitare in un contesto neutrale, nel senso buono del termine, per una trentina d'anni che cosa vuol dire riuscire in qualche modo a superare questi conflitti. Perché un conflitto si supera non perché lo si dimentichi totalmente, ma perché in qualche modo lo si elabora. E c'è un ruolo in questa elaborazione che può essere fornito anche da noi che abitiamo qui e che abbiamo imparato qualcosa da queste persone. E forse è giunta l'ora di dare qualcosa in cambio".

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