Gran Consiglio ticinese compatto contro la violenza domestica: il plenum ha infatti approvato all’unanimità (75 favorevoli senza opposizioni né astensioni) la creazione di una legge cantonale per lottare contro questa piaga sociale, così è stata definita più volte in aula.
I deputati - che con questa decisione hanno risposto a un’iniziativa parlamentare della democentrista Roberta Soldati - chiedono così al Governo di creare una base legale specifica, sull’esempio di altri cantoni come Neuchâtel, Ginevra e Zurigo. Si è chiesto anche di presentare al Parlamento cantonale un progetto di legge entro il prossimo 25 novembre, giorno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne.
Con questa legge si riuniscono norme che ora sono inserite in tante altre leggi diverse e viene data una definizione chiara del fenomeno. L’aggiornamento della Legge sulla polizia, per quanto apprezzabile, non è però sufficiente, è stato detto più volte in aula, perché non affronta il problema alla radice e nella sua complessità. Con un testo unico cantonale non ci si illude di risolvere il fenomeno, è stato ammesso in vari interventi, ma perlomeno permetterà di dare più sostegno a tutti quei servizi e strutture che danno sostegno alle vittime. E tra le vittime non ci sono solo gli adulti, ma anche i bambini.
Da parte sua il consigliere di Stato Norman Gobbi ha dichiarato che verrà rispettata la volontà parlamentare, ma ha frenato sulle tempistiche. Serve più tempo se si vuole una nuova legge con la partecipazione degli attori del territorio, che dia degli strumenti, che non sia ridondante con altre leggi internazionali e che snellisca la burocrazia.

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