Ticino e Grigioni

Notte del racconto, dopo 30 anni “un rito legato alla lettura”

Numeri record per l’evento di questo venerdì - Per Orazio Dotta, l’ascolto è la porta d’accesso verso la lettura autonoma

  • Un'ora fa
Notte del racconto
06:00

Cifre da record per la Notte del Racconto

SEIDISERA 14.11.2025, 18:00

  • Tipress
Di: SEIDISERA - Umberto Gatti, Nicola Lüönd / pon 

“Viaggio nel tempo”: questo il tema scelto per la Notte del racconto che festeggia in questo venerdì 14 novembre i suoi 30 anni con numeri da record. Sono oltre un centinaio gli eventi organizzati in Ticino e nel Grigioni italiano, in parte pubblici, in parte riservati ai bambini nelle scuole. I primi eventi si sono tenuti... di giorno e non tutti in italiano, come quello della scuola dell’infanzia bilingue Little Stars, seguito da Umberto Gatti per la RSI. Ma qual è il segreto di questa manifestazione dal successo crescente, un progetto nazionale organizzato dall’Istituto svizzero Media e ragazzi e la Fondazione Bibliomedia Svizzera? 

“È difficile dirlo. Sono tanti i motivi del successo di una manifestazione di questo tipo”, secondo Orazio Dotta, direttore dell’antenna ticinese, intervistato a SEIDISERA. “In questi trent’anni si è creata, e questo è anche un motivo di successo, una rete stabile di docenti, di genitori, di volontari, di bibliotecari che partecipano assieme. E questo produce, diciamo così, una certa continuità. La ripetizione annuale ha trasformato l’evento in un appuntamento riconoscibile e che per molti bambini e ragazzi è un rito collettivo, uno di quei momenti speciali legati alla lettura che viene associato a emozioni positive attraverso la condivisione, la sorpresa, la comunità”.

In questi 30 anni cosa è cambiato nel rapporto con la lettura da parte dei ragazzi?

“Sicuramente sono cambiate molte cose. Tanto per cominciare, 30 anni fa non vi era una produzione libraria destinata a loro come quella che c’è adesso. Adesso c’è una varietà di scelta nettamente più ampia. In questi trent’anni si sono viste delle grandi trasformazioni. Si condivide un po’ la lettura tradizionale con quella digitale. Oggi i ragazzi tendono non a non leggere, ma a leggere in modo diverso, magari sui post, sui social. E la lettura è diventata forse un po’ più frammentata. Cioè, sono più abituati a storie in pochi minuti, a testi a scorrimento rapido, a contenuti a episodi”.

E una proposta come quella della notte del racconto, proprio in questo ambito tecnologico riesce ancora a dare delle risposte concrete?

“Io direi proprio di sì perché se guardiamo la partecipazione, e quindi la voglia di stare assieme, davanti a un’attività di questo tipo, significa anche che vi è un coinvolgimento importante sia da parte di chi organizza, ma soprattutto da parte dei ragazzi che hanno ancora il piacere di stare assieme di scoprire il tempo. Oltre tutto è un evento che abbatte anche le barriere per i non lettori, perché la notte il racconto non richiede abilità di lettura né predisposizioni. Si ascolta e con l’ascolto può essere proprio la porta d’ingresso verso la lettura autonoma”.

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