Il Gran Consiglio ticinese, tramite l’approvazione del preventivo, ha deciso martedì un aumento delle stime immobiliari del 15%. Una scelta, questa, che non è piaciuta all’UDC, che ha annunciato di voler presentare un ricorso al Tribunale federale. Ma che impatto avrà questo ricorso sull’intera procedura? Anche considerando che sul tavolo c’è un’iniziativa popolare firmata da 17’000 ticinesi e promossa proprio dall’UDC, che chiede una neutralizzazione fiscale del previsto rialzo delle stime immobiliari. Non c’è, insomma, il rischio che questo ricorso rallenti l’iter anche di quella proposta? SEIDISERA della RSI lo ha chiesto a Paolo Pamini, consigliere nazionale UDC.
Come mai opporsi all’aumento del 15% delle stime voluto dal Parlamento? “La decisione di fare ricorso al Tribunale federale ha due obiettivi: nell’immediato di tutelare gli interessi dei proprietari fondiari che si troverebbero, per esempio, a pagare rette di case per anziani più alte, avere maggiori difficoltà d’accesso ai sussidi per i pannelli solari, alle borse di studio. Per non parlare degli effetti fiscali, naturalmente - spiega Pamini -. Ma soprattutto vogliamo bloccare questo decreto perché posticipa di dieci anni la revisione generale delle stime, che è il grosso cantiere. Essenzialmente le stime dovranno raddoppiare. Tutti gli addetti ai lavori lo sanno ma questo grosso cantiere è la grossa occasione strategica per dimezzare le aliquote sulla sostanza e rendere il Ticino estremamente attrattivo rispetto agli altri cantoni. E secondo noi, quella che noi chiamiamo “fare del Ticino la Florida della Svizzera”, è la strategia per tirar fuori il Ticino dalla situazione finanziaria attuale, creando maggior gettito fiscale, senza aumentare la pressione fiscale sui contribuenti presenti sul territorio”.
Ma appunto, c’è anche l’iniziativa per neutralizzare il rialzo previsto delle stime immobiliari. Queste due mosse come si combinano? E non c’è il rischio che il ricorso al Tribunale federale ritardi l’iniziativa? “Queste due mosse si innestano esattamente una sull’altra e il ricorso, che chiederemo abbia effetto sospensivo, soprattutto non tanto per gli aspetti fiscali, che avrebbero un effetto solo tra un anno ma proprio per gli effetti non fiscali. Questo si innesta sulla richiesta che stiamo anche portando avanti, infatti martedì la Commissione della gestione finanze già discuterà il rapporto che abbiamo nel frattempo esteso, la richiesta di andare il più presto possibile, verosimilmente in giugno, al voto popolare con l’iniziativa che chiede di neutralizzare gli effetti della revisione generale”.
Poi però ci sono i tribunali: dicono che le stime immobiliari sono troppo basse in Ticino e che andrebbero alzate in modo importante. E allora cosa si può dire? “Infatti le stime sono oggigiorno attorno a un 40/45% del valore venale nell’insieme del parco immobiliare ticinese. E quindi quando si parla di un raddoppio non si sbaglia. Essenzialmente le stime andranno raddoppiate. Questo lo sappiamo tutti, per questo diciamo che con la neutralizzazione degli effetti fiscali e sociali andiamo essenzialmente a dimezzare la pressione sulla sostanza. Ed è per questo che abbiamo un’occasione unica nella nostra vita di rendere il Ticino estremamente attrattivo. La cosa che ci disturba nel decreto, oltre all’aumento immediato, è aspettare altri dieci anni per questa grande possibilità di revisione delle stime”.
Dunque accontentare i tribunali, aumentare i valori di stima ma agire sull’imposta sulla sostanza, diminuendo le aliquote fiscali. Questa è la ricetta dell’UDC.



