Giornata nera per le Borse
Tutti i principali mercati in caduta libera a causa della svalutazione della moneta cinese
Chiusura in forte ribasso per la Borsa svizzera, che allarmata dagli sviluppi in Cina si è dovuta confrontare con l'arretramento più importante dal 16 gennaio (il giorno dopo l’abbandono del cambio fisso franco/euro), L’indice dei valori guida SMI ha perso il 2,55% a 9183,88 punti. Pesante anche il passo indietro del listino globale SPI, che ha lasciato sul terreno il 2,45% a 9330,17 punti.
Continua, quindi, la correzione avviata martedì da tutti i mercati mondiali e anche in questo mercoledì la causa scatenante è stata la stessa: la svalutazione dello yuan per il secondo giorno consecutivo. L'intervento della Banca centrale di Pechino mette innanzitutto sotto pressione le società che vendono una parte importante dei loro prodotti sul mercato cinese. Ma più in generale l'operato dell'istituto alimenta i timori su un raffreddamento congiunturale nel paese asiatico e nel resto del mondo.
Profondo rosso anche per le altre borse europee: Francoforte ha lasciato sul terreno il 3,27%, Londra l’1,40%, Parigi il 3,40% e Milano il 2,96%. Wall Street ha aperto in calo dello 0,65% per poi chiudere in sostanziale parità, mentre i mercati finanziari asiatici avevano terminato le contrattazioni, mercoledì mattina, in netto calo.
Red.MM/ATS/Swing
Euro in altalena
A nulla è valso quindi il sostegno intervenuto in questi giorni dal marcato rafforzamento dell'euro, per le esportazioni svizzere, che mercoledì è arrivato non molto lontano da 1,10 franchi, per poi però ripiegare a circa 1,0850. E non ha certo aiutato il dato sulla produzione industriale nell'Eurozona, che ha accentuato il calo in giugno.
Dal TG20:
- CSI 18.00 del 12.08.2015 Il servizio di Alberto Tettamanti