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Cina: "la NATO crea scontri"

Risposta di Pechino ai leader dell'Alleanza atlantica che hanno definito la Repubblica popolare come "epicentro di sfide sistemiche"

  • 15 giugno 2021, 09:31
  • 10 giugno 2023, 11:51

Notiziario 01.00 del 15.06.2021

RSI Mondo 15.06.2021, 09:29

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“Contenere l'espansione militare di Pechino e l'aggressività di Mosca. Abbiamo due nuove sfide: Russia e Cina”. Conclusioni, dopo il vertice NATO, che non sono per nulla piaciute né alla Cina né alla Russia. All’indomani del G7 in Cornovaglia, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva infatti chiamato all'adunata i leader dell’Alleanza atlantica, compattandoli su un'idea di Alleanza delle democrazie in alternativa ai regimi autoritari che "perseguono politiche coercitive e non condividono i valori democratici ed il rispetto dei diritti".

In un documento conclusivo i leader dell’Alleanza si sono detti “preoccupati per l'espansionismo militare cinese, compreso lo sviluppo del suo arsenale nucleare, i cyberattacchi sempre più frequenti, l'attività di disinformazione e l'utilizzo di tecnologie sofisticate contro gli altri Paesi”. In attesa del vertice di domani, mercoledì, tra il presidente USA Biden e il suo omologo russo Putin (che pure ha rispedito al mittente le accuse, definite “ridicole” che dietro agli attacchi informatici negli USA ci sarebbero hacker o il Governo russi), la NATO ha quindi puntato il dito contro la Cina ritenendola oramai l’epicentro di “sfide sistemiche”.

Accuse che ovviamente non sono per nulla piaciute a Pechino che, rispedendole al mittente, ha invece accusato la NATO di “creare scontri" dopo l'accordo raggiunto dagli alleati occidentali. Una nota dell'ambasciata cinese all'Unione europea ha sollecitato l'Alleanza atlantica a "vedere razionalmente lo sviluppo della Cina, a smettere con l'esagerare le varie forme di 'teoria della minaccia cinese' e a non usare gli interessi legittimi e i diritti legali della Cina come scuse per manipolare la politica del gruppo". Le accuse della NATO, si legge ancora nella dichiarazione dell'ambasciata cinese a Bruxelles, sono da considerarsi una "calunnia dello sviluppo pacifico della Cina, un errore di valutazione della situazione internazionale e del proprio ruolo, ed è la continuazione di una mentalità da guerra fredda e della psicologia politica del gruppo".

ATS/ANSA/AFP/Swing

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