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Israele dietro all'attacco in Iran

Secondo fonti americane, sono droni dello Stato ebraico ad aver colpito un sito militare a Isfahan, ma Teheran nega che vi siano stati danni gravi

  • 30 January 2023, 07:23
  • 24 June 2023, 02:07
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Notiziario 03.00 del 30.01.2023 Israele dietro all'attacco in Iran

RSI New Articles 30.01.2023, 08:23

  • Reuters
Di: ATS/Reuters/EnCa

Secondo fonti statunitensi citate dal Wall Street Journal, sarebbe stato un raid compiuto di Israele a colpire con droni un sito militare in Iran. "Tutte le opzioni sono sul tavolo per impedire che Teheran ottenga l'arma nucleare", ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken, che proprio tra oggi e domani, martedì, sarà in visita in Medio Oriente.

Il bombardamento con droni contro il laboratorio militare iraniano a Isfahan ha del resto fatto salire alle stelle la tensione nel Paese già lacerato dalle proteste, insanguinato dalla repressione e sempre nel mirino delle sanzioni occidentali, in un clima ulteriormente infiammato dalle forniture di droni alla Russia in guerra con l'Ucraina.

Sabato in serata tre droni quadrirotori armati con esplosivo hanno preso di mira una installazione nella città, situata 350 chilometri a sud di Teheran e nota per una base dell'aviazione e un centro di ricerca e produzione di combustibile nucleare.

Secondo la versione iraniana, due droni sono stati neutralizzati dai sistemi difensivi - installati dopo "un incidente simile" non meglio precisato - mentre un terzo è stato colpito dalle guardie della struttura esplodendo sul tetto e "causando solo lievi danni e nessuna vittima". L'esercito israeliano non commenta, scrive il quotidiano Hareetz, convinto però che dalla tipologia del raid "si possa stimare che ci sia il Mossad dietro".

Sulla base delle immagini alcuni esperti hanno localizzato l'edificio nella zona nordoccidentale della città. Secondo esperti USA è un sito di ricerca spaziale collegato al programma di missili balistici, mentre sarebbe stato causato da un guasto l'incendio presto domato in una raffineria di petrolio vicino a Tabriz, nel nord-ovest, che in un primo momento si era pensato fosse collegato al raid di Isfahan.

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