L'Unione Europea ha elaborato un piano per attivare fino a 62 miliardi di euro da investire con l'obbiettivo di combattere alla radice le cause dei flussi migratori e negoziare accordi per i rimpatri di chi ha scelto l'illegalità per raggiungere il Vecchio Continente.
I primi interventi riguardano Eritrea, Etiopia, Mali, Niger e Nigeria da un lato e Giordania e Libano dall'altro. Nell'immediato si punta a usare 1,8 miliardi provenienti dal Fondo per l'Africa a cui verranno aggiunti 500 milioni attinti dalle casse comunitarie, con la prospettiva che i Ventotto paesi membri ne versino almeno altrettanti. Confluiranno nel contenitore pure somme già accantonate a vario titolo in favore di profughi e cooperazione.
Secondo un'anticipazione del Financial Times, l'obbiettivo è d'arrivare a 8 miliardi in quattro anni. Una cifra che dovrebbe mettere in moto un circolo virtuoso capace di attrarre capitali privati, principalmente destinati a infrastrutture e opere pubbliche, sul modello già funzionante nella stessa Europa. La presentazione del progetto è in programma martedì dinnanzi al Parlamento di Strasburgo.
ANSA/dg
Dal TG12.30: