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Oasi blu tra centinaia di frutteti

Reportage dalla Valle del Lamone, dove sono stati creati svariati invasi per far fronte alla siccità – Un esempio studiato da Roma che punta sul “piano laghetti” per l’agricoltura

  • 26 marzo 2023, 06:55
  • 24 giugno 2023, 05:59

Anche l'Italia ha un problema di siccità

Telegiornale 25.03.2023, 20:00

Di: TG/Red.MM

In Italia, l’emergenza siccità ha già mostrato i suoi effetti nei primi mesi dell’anno, con livelli di diversi fiumi di molto sotto la media. E per la prossima estate si teme un aggravamento. Il Governo punta tutto sul cosiddetto piano laghetti, la creazione di migliaia di piccoli invasi per stoccare l’acqua da utilizzare per colture e aziende. Pionieri di questo sistema sono gli agricoltori della provincia di Ravenna, dove si sono recate le telecamere del Telegiornale.

Vista dall’alto la Valle del Lamone è costellata proprio da questi piccoli laghetti, che fungono da oasi blu tra centinaia di frutteti. Sono linfa vitale per gli agricoltori e su alcuni sono anche state create isole di pannelli solari per produrre energia.

“In queste aree collinari e montane, non di pianura, da circa un ventennio le aziende agricole si sono aggregate in consorzi di scopo – spiega alla RSI Rossano Montuschi, dirigente Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale – questi gruppi di agricoltori, fino a un’ottantina, hanno comprato le aree, realizzato il progetto e adesso sono in esercizio 21 strutture irrigue. Fortunatamente questi impianti non sono andati in crisi gli scorsi anni, nemmeno nel 2022, l’anno più asciutto in assoluto”.

A questi impianti si sommano decine, centinaia di piccoli laghetti di singole aziende. Un esempio guardato con molta attenzione dal Governo di Roma, che lo vuole replicare su scala nazionale, con investimenti fino a 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni.

In Emilia-Romagna, intanto, i lavori proseguono: a Faenza si sta realizzando un nuovo grande bacino, il primo finanziato anche con fondi statali: 55 chilometri di nuove condutture, che si sommano ai 340 già esistenti.

“La costruzione di questi invasi si rende necessaria perché vogliamo acquisire una certa autonomia dal Po, la più importante fonte di approvvigionamento idrico che tuttavia ha manifestato molti problemi soprattutto in estate. Vogliamo superare queste carenze e criticità attraverso la costruzione di questi invasi e laghetti”, spiega Antonio Vincenzi, presidente del Canale Emiliano Romagnolo.

Il cosiddetto “piano laghetti” solleva però anche critiche: il centro italiano pe rla riqualificazione fluviale e il WWF denunciano che questo tipo di invasi ha un impatto troppo forte sull’ambiente e chiedono quindi un maggior utilizzo delle falde acquifere e l’uso di colture con minore richiesta di acqua.

Critiche alle quali risponde chi lavora il territorio, e che grazie a questi piccoli invasi nel corso degli anni è riuscito a sviluppare un fiorente settore vivaistico incentrato sulle piante da frutto.

“Per riempire le falde deve piovere e nevicare e questo non accade. Noi abbiamo la necessità di immagazzinare l’acqua quando passa. L’irrigazione avviene goccia a goccia, anche perché l’acqua ha un costo e non possiamo sprecarla”, sottolinea il presidente di Coldiretti Ravenna, Nicola Dalmonte.

Non sprecarla perché è sempre meno. Lo dicono le statistiche e ce lo dicono anche i fiumi.

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