Due russi catturati dalle truppe di Kiev hanno confessato di essere membri dell’esercito di Mosca e di aver viaggiato in Ucraina per “una missione di ricognizione”. Lo ha reso noto un rapporto di rappresentanti dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea (OSCE) che li hanno intervistati in un ospedale militare di Kiev. Si tratta della prima ammissione di questo genere dall’inizio del conflitto.
Stando all’OSCE, “erano armati, ma non avevano l’ordine di sparare”. Entrambi hanno inoltre rivelato di essersi già recati in passato in territorio ucraino per delle missioni.
Dal canto suo Mosca sostiene che si tratta di ex militari, che sarebbero stati picchiati dalle forze speciali ucraine per ottenere “testimonianze utili”.
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RG 12.30 del 22.05.15 - Il servizio di Pierre Ograbek




