Svizzera

Atomo, la corrosione in Francia che allerta la Svizzera

Nel paese 14 centrali nucleari manifestano nelle tubazioni un problema che pone interrogativi anche per le strutture elvetiche e per l’approvvigionamento elettrico

  • 13 settembre 2022, 07:53
  • 23 giugno 2023, 23:19

A Lägern nord le scorie radioattive

SEIDISERA 12.09.2022, 21:05

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Di: SEIDISERA-Fornasier/Red.MM

La crisi energetica, paventata o reale che sia, è ormai sulla bocca di tutti. E tra le cause della penuria di elettricità in Svizzera, vi è anche il fatto che in Francia - prima esportatrice di elettricità in Europa - ben 32 dei 56 reattori nucleari sono attualmente spenti. Non si tratta solo di manutenzione ordinaria, dal momento che è stato trovato un problema che tocca anche la Svizzera: la corrosione, constatata durante controlli di routine quasi un anno fa. Sono state riscontrate microfessure nelle tubazioni di acciaio inossidabile del sistema di raffreddamento. Un problema che l’autorità di sorveglianza francese ha definito come “molto serio”.

Più della metà dei reattori francesi sono attualmente spenti e di questi 14 hanno o si sospetta abbiano appunto questo problema. Dopo cinque mesi di analisi approfondite, il gruppo energetico EDF - che ha costruito e gestisce le centrali - ha concluso che la corrosione non dipende da un invecchiamento dei tubi: sono infatti i reattori più giovani ad avere questo problema. Per esempio, quelli del sito di Cattenom, in Lorena, o di Penly in Normandia.

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La centrale di Cattenom

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Cattenom interessa anche la Svizzera, perché sono stati stabiliti due contratti che legano quasi il 30% della sua produzione a società svizzere; questa centrale e quella di Penly, inoltre, hanno reattori della stessa generazione della centrale svizzera di Leibstadt (AR), costruita nel 1984.

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La centrale di Penly

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Svizzera, sicurezza garantita?

Il problema rilevato in Francia ha quindi conseguenze da una parte sull’approvvigionamento energetico svizzera, e dall’altra anche per le stesse centrali elvetiche. Un aspetto quest’ultimo che tocca la sicurezza: per legge i gestori devono condividere le loro esperienze e hanno l’obbligo di apportare migliorie in base ai problemi riscontrati da altre centrali. In questo caso, entra quindi in gioco l’ispettorato federale della sicurezza nucleare.

Cosa si sta facendo, dunque, a livello svizzero, dopo i problemi resi noti in Francia? C’è il rischio che - come successo nel paese confinante - anche in Svizzera reattori debbano essere spenti a lungo? L’ispettorato ha risposto alla RSI per iscritto a questa domanda. Riassumendo, spiega che: “Allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile trasporre i risultati francesi riguardanti la corrosione al reattore di Leibstadt. Perché nel frattempo in questa centrale le condizioni ambientali sono state ottimizzate in modo da impedire l’insorgere del problema”.

Gösgen e Beznau sorvegliate speciali

L’innesco del fenomeno della corrosione, spiega ancora l’ispettorato, è “molto improbabile”. Inoltre, nei reattori di Gösgen e Beznau, “per i quali non può essere totalmente esclusa una trasposizione delle misure prese nelle installazioni francesi, sono stati effettuati controlli mirati sulle tubature in occasioni delle ultime verifiche: non è stato constatato alcun problema”. Per riassumere, queste due centrali, nel Canton Soletta e in Argovia, sono a rischio ma per il momento non è stato riscontrato un fenomeno di corrosione.

Resta però il problema dell’approvvigionamento energetico: la situazione francese interessa quindi particolarmente la Confederazione proprio nel contesto della penuria e del risparmio energetico. Ma i ministri francesi che si occupano di questo dossier rassicurano. In tal senso, il ministro delegato dell’industria Roland Lescure, una settimana fa, ha affermato che “l’obiettivo di EDF e l’intenzione del Governo sono di riattivare 27 reattori entro la fine dell’anno e i restanti entro febbraio”. Ma a parte queste promesse, alle quali non tutti credono, in Francia la questione sta avendo anche ripercussioni politiche ed è stato anche chiesto di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta per individuare le responsabilità.

Scorie in Svizzera, scelto il sito per il deposito

Nel frattempo, il sito di Lägern Nord, a cavallo fra i cantoni di Argovia e Zurigo, è stato scelto dalla Società cooperativa per lo stoccaggio delle scorie radioattive (Nagra) quale deposito nucleare definitivo per la sua sicurezza geologica. Dopo 50 anni di ricerche e perizie, il sito di Lägern Nord è stato considerato il più sicuro grazie alla presenza di argilla opalina, una roccia definita come "la barriera geologica più importante" per il deposito.

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