Dimezzato l'uso dei trasporti pubblici
La pandemia ha ridotto di un terzo la mobilità in Svizzera durante il secondo confinamento, toccando particolarmente quella in comune
Percorsi dimezzati per andare al lavoro per chi ha potuto ricorrere almeno parzialmente all'home office, ovvero il 50% degli intervistati. E poi viaggi professionali ridotti di un quarto e spostamenti nel tempo libero del 34%, malgrado un maggiore gradimento per le passeggiate: sono fra i tanti dati che emergono da uno studio dell'Ufficio federale di statistica e dell'Ufficio dello sviluppo territoriale, che ha analizzato l'effetto della pandemia sulla mobilità nelle otto settimane comprese fra il 10 gennaio e il 6 marzo 2021. Un periodo che corrisponde più o meno al secondo confinamento e che è stato confrontato con lo stesso lasso di tempo nel 2020, quando il Consiglio federale non aveva ancora decretato la situazione straordinaria e imposto il primo lockdown.
Nel complesso, la mobilità si è ridotta di un terzo, scendendo a 21,8 chilometri al giorno a testa. Gli svizzeri hanno privilegiato però il traffico individuale motorizzato (-27%) rispetto ai trasporti pubblici, il cui uso è dimezzato in termini di distanze percorse (-52% a 7,5 km).
Insegnamento a distanza e chiusura di strutture per il tempo libero hanno penalizzato particolarmente i giovani fra i 18 e i 24 anni, che fanno segnare la flessione più forte fra tutte le categorie di età. Colpisce inoltre il fatto che, malgrado il boom del commercio online e la chiusura parziale dei negozi, l'inchiesta non segnala cambiamenti significativi nella mobilità per gli acquisti.