Jacques-Simon Eggly, presidente dell'Organizzazione degli svizzeri all'estero (OSE) ha aperto i lavori dell’ assemblea dei delegati del Consiglio di quest'ultima (CSE), in corso oggi, sabato, a Berna esprimendo soddisfazione per il voto del Consiglio degli Stati in favore della nuova legge sugli svizzeri all’estero, frutto di un'iniziativa parlamentare di Filippo Lombardi (PPD/TI).
Eggly ha affermato “tengo a ricordare l'importanza istituzionale ma anche, e soprattutto, politica di questa legge”, che funge da punto di riferimento per il Consiglio federale per quanto riguarda la politica e la strategia globale nelle questioni relative agli svizzeri all'estero.
Preoccupazione per il post votazione del 9 febbraio
L’Assemblea si è detta preoccupata per l’impatto che l'approvazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa avrà sul futuro dei 453 mila Svizzeri, in particolar modo i giovani, che vivono in uno dei paesi dell'UE. Per questo motivo i delegati hanno deciso a grande maggioranza di inviare una lettera al Consiglio federale e all'Unione europea sollecitando solidarietà con i giovani svizzeri che partecipano al programma Erasmus di scambio degli studenti.
Sebbene il responsabile della Direzione degli affari europei, Henri Gétaz, abbia assicurato ai delegati che i diritti acquisiti in questo ambito non cambieranno e che nei prossimi tre anni non bisogna temere cambiamenti, non tutti i presenti si sono lasciati convincere.
ATS/CC
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Il Consiglio degli svizzeri all’estero
Il CSE - il “Parlamento della Quinta Svizzera” - rappresenta gli interessi di tutti gli svizzeri all'estero: si riunisce due volte all'anno - in primavera e durante il congresso degli svizzeri all'estero a fine estate - per esaminare importanti questioni di politica riguardanti i cittadini elvetici all'estero e per far conoscere la loro posizione su argomenti d'attualità.