Allarme oltre frontiera
Preoccupazione per i lavoratori italiani dopo il sì all’iniziativa ticinese “Prima i nostri”
Non si sono fatte attendere le reazioni oltre frontiera in merito al “sì” all’iniziativa cantonale “Prima i nostri”. Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, ha voluto rassicurare gli oltre 60'000 frontalieri che ogni giorno si recano in Ticino a lavorare, affermando che “da domani la regione predisporrà adeguate contromisure per difendere i diritti dei nostri concittadini lavoratori”. “Accettiamo l'esito del referendum – aggiunge – ma vigileremo perché ciò non si traduca in una lesione dei diritti dei nostri concittadini lombardi”.
La Svizzera non vuole I nostri frontalieri.ISOLIAMOLA: nostri imprenditori con sede nel Canton Ticino tornino in Italia @RobertoMaroni_
— LARA COMI (@comilara) 25 settembre 2016
#Ticino alza muro contro lavoratori italiani. I nazionalisti nostrani badino che virus xenofobia colpisce senza guardare in faccia nessuno.
— Debora Serracchiani (@serracchiani) 25 settembre 2016
"Errare è umano, perseverare è diabolico - afferma invece Francesco Dotti, vicepresidente della Commissione per i rapporti con la Confederazione - Anche questo voto, come già accaduto il 9 febbraio 2014, non avrà applicazioni pratiche”.
Chi auspica un intervento del Governo italiano per tornare al dialogo è Sydney Rampani, dell'Associazione Frontalieri Ticino: "Capisco le motivazioni di fondo (…) ma a questo punto l'accordo fiscale Italia-Svizzera non può andare in porto. Ora mi aspetto un intervento del nostro Governo".
#Ticino Referendum anti frontalieri non ha per ora effetti pratici Ma senza libera circolazione delle persone rapporti Svizzera-UE a rischio
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 25 settembre 2016
ATS/ludoC
Dal Quotidiano:
- CSI 18.00 del 25.09.2016: Christian Vitta, capo del Dipartimento delle finanze e dell'economia