Da sempre, guardiamo il cielo chiedendoci se siamo davvero soli. Gli UFO, oggetti volanti non identificati, alimentano questa curiosità, sospesi tra scienza, immaginazione e testimonianze che sfidano la logica.
È stata proprio la testimonianza di un amico di famiglia a risvegliare la curiosità di Carlo Rusca, fotografo e docente al Centro scolastico per le industrie artistiche di Lugano (CSIA). L’amico ha raccontato un episodio vissuto nel 1989: mentre saliva verso il Monte Brè, una grande nave spaziale avrebbe sorvolato la sua automobile. Un ricordo vivido, inspiegabile. Colpito dal racconto, Carlo Rusca si chiede se altri abbiano vissuto esperienze simili. Da questa domanda nasce 248-CH, un progetto che si trasforma in un’indagine.
Il Ticino e gli UFO: una storia poco conosciuta
Il fotografo inizia a raccogliere testimonianze, a cercare riscontri, fino a scoprire che tra il 1980 e il 2000 il Ticino ha registrato un numero insolitamente elevato di avvistamenti UFO. In quegli anni, con una popolazione di appena 300.000 abitanti, il cantone ospitava ben tre centri ufologici attivi, che hanno raccolto oltre 700 segnalazioni, distribuite tra Chiasso e il Gottardo.
Estratti di giornale dell'epoca
Oggi ne rimane uno solo: il CUSI – Centro Ufologico della Svizzera Italiana, custode di un vasto archivio, tra cui un dossier militare desecretato che porta proprio il nome 248-CH. Aperto negli anni ’70 e reso pubblico attorno agli anni 2000, il dossier raccoglie numerose segnalazioni, molte delle quali attribuite a fenomeni atmosferici, palloni sonda o aerei militari sperimentali. Ma non tutte le testimonianze trovano una spiegazione razionale: alcune restano sospese, enigmatiche, come fotografie sfocate di un’altra realtà.
248-CH: tra indagine e finzione
È in questo spazio ambiguo, tra documento e finzione, che si muove il lavoro di Rusca. Il suo approccio prende avvio da documenti reali per poi svilupparsi attraverso immagini fittizie, ricostruite. Le sue fotografie non cercano di provare nulla: evocano, suggeriscono, costruiscono un racconto visivo che si ispira all’estetica della fantascienza e al linguaggio del cinema. Ogni fotografia è una scena, una suggestione, un frammento di un’altra dimensione.
Fotografie della serie 248-CH
Rusca non crede agli extraterrestri, ma è affascinato da ciò che sfugge alla logica, da quelle storie che sembrano provenire da un’altra dimensione. La sua è una fotografia documentaristica che si nutre di mistero, che esplora i margini del reale per restituire un’esperienza immersiva, quasi intima. Non a caso, 248-CH è stato pensato fin dall’inizio come un libro fotografico: un oggetto da sfogliare lentamente, dove ogni immagine apre una porta su un Ticino inedito, enigmatico, attraversato da presenze invisibili.
Un progetto che non dà risposte, ma pone domande. E ci invita a guardare il cielo, e la realtà, con occhi diversi.

Spiritual UFO
Documentari 27.03.2011, 22:45