Ticino e Grigioni

Sementina, per ora nessuna sanzione

Il sindaco di Bellinzona Mario Branda ribadisce la fiducia ai vertici della casa anziani condannati - L'ADICASI: vicinanza ai coinvolti

  • 18 gennaio 2023, 17:48
  • 24 giugno 2023, 03:41
Mario Branda

Mario Branda

  • RSI
Di: Diem/SEIDISERA

La Città di Bellinzona, almeno per il momento, non adotterà sanzioni amministrative nei confronti dei tre propri dipendenti (una al frattempo andata in pensione) condannati mercoledì mattina dalla Pretura penale per la gestione dell'emergenza Covid alla casa per anziani di Sementina. Lo ha spiegato ai microfoni della RSI il sindaco Mario Branda specificando che la questione sarà esaminata alla luce della motivazioni della sentenza odierna che "relativizza di molto la loro posizione" e, una volta, che vi sarà un giudizio penale cresciuto in giudicato.

Il sindaco, considerato quanto emerso in aula e le considerazioni della giudice illustrando il verdetto, ha espresso nuovamente la propria fiducia nei vertici dell'istituto e del settore anziani cittadino, oltre che la vicinanza del Municipio a tutti coloro che hanno sofferto della malattia, agli ospiti colpiti e a tutti i familiari. "Nella sentenza di oggi c'è stato un sostanziale ridimensionamento del quadro dei rimproveri mossi ai nostri collaboratori", fa notare Mario Branda. Il giudice ha pure riconosciuto che i tre hanno agito nel solo interesse degli anziani in un contesto estremamente difficile. Inoltre è stato escluso un rapporto di causalità tra i singoli episodi "di natura contravvenzionale" e i decessi che si sono verificati.

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Secondo il gruppo Lega-UDC la condanna pronunciata dalla Pretura penale per violazione della cosiddetta legge sulle epidemie mette in discussione il ruolo del sindaco e del capodicastero. "Invece di fare gli interessi della Città, di scusarsi e di trovare una rapida soluzione a questa dolorosissima vicenda, si sono aggrappati a difendere l’indifendibile" sottolinea una nota chiedendo loro di assumersi le proprie responsabilità politiche.

Sulla questione ha preso posizione anche l’Associazione dei direttore delle case per anziani della Svizzera italiana (ADICASI). Pur non entrando nel merito della vicenda e nel più profondo rispetto delle sofferenze generate dalla pandemia a residenti e famigliari, tramite una nota "esprime la propria umana vicinanza ai propri associati coinvolti". L’auspicio, si legge nel comunicato è che "la sentenza odierna possa simbolicamente chiudere il periodo più difficile per le 68 case anziani del nostro cantone, i loro 6'000 collaboratori e i 4'700 residenti che le animano, riportando definitivamente l’attenzione di tutti sulla natura delle case quali luoghi di vita e di incontro".


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