La lettera al giornale, l’atto parlamentare, la replica del consigliere di Stato. La campagna sulla Scuola che verrà in vista del voto del 23 settembre non lesina sorprese e veleni. Ieri con una lettera a La Regione, il granconsigliere PLR Andrea Giudici accusava il gruppo di lavoro che ha lavorato sul progetto di riforma di avere copiato – con tanto di citazioni – interi passaggi da uno dei più noti pedagogisti francesi che aveva collaborato alla Legge sulla scuola del ministro socialista Jospin.
Le considerazioni di Andrea Giudici
Accuse e critiche riprese puntualmente oggi da un atto parlamentare firmato dal deputato de La Destra Paolo Pamini che chiede al Governo di chiarire il mancato riferimento alla riforma francese accusando indirettamente Manuele Bertoli e il DECS di scarsa trasparenza e scorrettezza.
L'interpellanza di Paolo Pamini
Un interrogativo che, a stretto giro di posta elettronica, ha trovato la replica del consigliere di Stato socialista che, lasciando al Capo Divisione scuola Emanuele Berger la responsabilità di replicare all’accusa di plagio, “deplora il tentativo di discredito messo in atto dai contrari al credito sulla sperimentazione del progetto
La scuola che verrà”. Le accuse, secondo Bertoli, “sono del tutto infondate, come potrà attestare qualsiasi giudizio indipendente”, biasimando – conclude il direttore del Dipartimento, quello che definisce un maldestro tentativo di denigrazione.
(m.h.)