Moby Dick è il magazine del sabato mattina che mira a mettere a confronto, attorno ai grandi temi di cultura, politica, società, economia, ospiti di sensibilità e opinioni diverse, anche radicalmente contrapposte. Coglie momenti e tematiche di particolare rilievo e le pone al centro di una tavola rotonda per scandagliarne peculiarità e sfumature. Ma consente anche attraverso una particolare scelta editoriale di meglio conoscere le personalità stesse degli interlocutori invitati a dibattere.
a cura di Sandra Sain
di Giorgio Appolonia
Primo ospite dell'odierno “Ridotto dell'opera” il mezzosoprano Lucia Cirillo, straordinaria interprete barocca reduce dall'aver reinterpretato il ruolo della maga Alcina nell'”Orlando” di Vivaldi: questa volta al Filarmonico di Verona. La ricordiamo brillante Rosina nel “Barbiere di Siviglia” al LAC nella direzione di Diego Fasolis e nella parte allegorica del Piacere nel “Trionfo del Tempo e del Disinganno” alla Scala di Milano. Ulteriori ospiti il soprano giapponese Sachika Ito e il chitarrista catanese Davide Sciacca che ci propongono un florilegio di arie da camera di Vincenzo Bellini, oggetto di una loro recente registrazione: i due formano un duo - chiediamo scusa per la quasi cacofonia - denominato D'Ito.
In diretta dalle Giornate letterarie di Soletta, di Massimo Zenari
Lasciati i “Porti” di ChiassoLetteraria, “Alice” ritorna con un’altra puntata speciale, in diretta e aperta al pubblico. Sì, perché dal 27 al 29 maggio si svolgeranno le 44esime Giornate letterarie di Soletta, la maggiore manifestazione nazionale di letteratura, e Alice, come da buona abitudine, non mancherà. Dagli spazi dello Haus am Land, sulle rive dell’Aare, Massimo Zenari farà dialogare la scrittrice italiana Claudia Durastanti, a Soletta per presentare la traduzione in tedesco de “La straniera” (La nave di Teseo, 2019), Laura Di Corcia, responsabile della programmazione in lingua italiana e autrice delle poesie che compongono “Diorama” (Tlon), Fabiano Alborghetti, che alle Giornate porta “Corpuscoli di Krause” (Gabriele Capelli), Vanni Bianconi, autore di “Tarmacadam” (nottetempo), e il nuovo Premio svizzero di letteratura per “La casa vuota” (Marcos y Marcos), Yari Bernasconi.
Magazine settimanale di spettacoli: cinema, musica, teatro, danza, tv
a cura di Roberto Corrent
a cura di Sonja Riva
Le Sonate per violino di Michele Mascitti
a cura di Giuseppe Clericetti
Figura curiosa quella del violinista e compositore Michele Mascitti, oggi pressoché sconosciuto. Nato in Abruzzo nel 1664, trascorre la gioventù a Napoli, ma emigra presto a Parigi, dove raggiunge il successo grazie alle decine di Sonate per violino. Mascitti si integra perfettamente nella società parigina, e ottiene la cittadinanza francese. Oggi ascoltiamo due sue Sonate, dove egli riesce ad armonizzare il gusto italiano e lo stile francese
Giovanni Simone Mayr: L'amor coniugale
Santon Jeffery, Agudelo, Pérez, Gourdy, Fournaison, Rimondi
Opera Fuoco, David Stern
Miriam Meghnagi
a cura di Sergio Albertoni e Valerio Corzani
Un altro viaggio nel mare magnum della musica d’ogni tempo e d’ogni luogo ci attende, e la nostra ospite di oggi saprà senz’altro arricchirlo con le sue molteplici esperienze. Nata a Tripoli da antica famiglia ebraica, Miriam Meghnagi giunge in Italia nel 1967 e studia a Roma, all'Università La Sapienza, dove si laurea in filosofia e si specializza in psicologia dinamica ed etnomusicologia. Comincia subito a dedicarsi ad un paziente e appassionato lavoro di ricerca sul patrimonio musicale ebraico, ed è considerata una delle principali interpreti vocali di questo stesso patrimonio. Il suo repertorio, continuamente arricchito da ricerche sul campo e da originali elaborazioni e composizioni, abbraccia l’insieme delle tradizioni ebraiche e mediterranee in varie lingue e dialetti (ebraico, arabo, ladino, judezmo, yiddish, bajitto, ecc.). Per Savelli, Città Nuova e Marsilio è traduttrice dall'inglese, dal francese e dal tedesco. Suoi saggi sono stati pubblicati in volumi collettanei editi da Bulzoni, Garzanti, Nicolodi, Dedalo e in riviste tra le quali Praxis e Noi donne. Compositrice e interprete della tradizione musicale ebraica, per il cinema compone colonne sonore e per la televisione scrive e interpreta il brano Yonati Tammati, prima sigla della trasmissione di Rai 2 Sorgente di vita, con le grafiche animate di Emanuele Luzzati.
Più che dal celebre romanzo di Francis Scott Fitzgerald, il titolo prende spunto dai versi che ispirarono lo stesso Fitzgerald: “Tenera è la notte / e chissà, forse la Regina Luna è sul suo trono / circondata da una miriade di Fate stellate”.
I versi sono tratti dalla poesia “Ode all’usignolo” di John Keats. Un accostamento forse ambizioso e certo romantico, proprio perché abbiamo voluto immaginare la notte come un alveo di reciproca premura, con la luna (la Regina Luna) come unica sentinella in un firmamento trapunto di stelle (le Fate Stellate). La radio è una voce amica, a maggior ragione se rimane accesa ad ore tarde. La distanza fra i suoni emessi dagli altoparlanti e le orecchie di chi ascolta si assottiglia, l’attenzione si fa più vigile, e come d’incanto ci si ritrova immersi in una bolla d’intimità che ha probabilmente molto a che fare con una mutata propensione all’ascolto.
Di che cosa è fatta la musica di Tenera è la notte? Beh, in buona parte di suoni e di voci che si sforzeranno di articolare una drammaturgia sospesa fra lo stato di veglia e l’incombenza del sonno. Jazz, canzone d’autore, musica da camera, spruzzi di elettronica e tentazioni oniriche di varia natura. Non sarà tanto una questione di “generi musicali”, quanto una cifra di fondo inclinata alla morbidezza, un suono della notte che si vuole alieno dalla narcosi dell’ascolto ma pur sempre attento a non urtare i sensi nell’ora i cui essi (i sensi) vanno accuditi e vezzeggiati con maggior cura. O, per dirla altrimenti: musica per orecchie sensibili.
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