Birdland
Da lunedì 29 febbraio a venerdì 04 marzo 2016 alle 23:00
Lester Young, soprannominato Pres (o anche Prez) – il nomignolo che era stato coniato da Billie Holiday che lo riteneva il “presidente” del jazz – è stato il più influente sassofonista tra anni ’30 e ’40. Il suo modo di suonare, il suo fraseggio, certe particolarità del suo sound diedero una svolta decisiva allo sviluppo stilistico del sassofono, in particolare del tenore, diventando modello per la generazione successiva, quella del be-bop e del cool jazz. Claudio Sessa ripercorre la vita (eccentrica e sregolata) e la purtroppo breve carriera di un grande del jazz scomparso nel 1959 a soli 50 anni.
Cresciuto in una famiglia di musicisti, Pres debutta nell’orchestra formata con il padre, il fratello e alcuni cugini. Segnalatosi poi sulla scena di Kansas City, viene chiamato finalmente nell’orchestra di Count Basie dove resterà fino al 1940, ottenendo i primi riconoscimenti per la sua arte. Entra in contatto con Bille Holiday, con cui stringe un solido legame di amicizia e con cui collaborerà regolarmente da lì in poi, nonché con Nat King Cole e con il pianista Teddy Wilson. Dà inoltre vita a sue proprie piccole formazioni con le quali incide parecchio, fino alla chiamata alle armi. Il servizio militare - dalla metà del 1943 - sarà per lui un’esperienza traumatica, dove vengono a galla propensioni per alcool e droghe che non l’abbandoneranno più. Per diversi anni è occupato poi nelle tournée di Jazz at the Philharmonic ma in lui qualcosa si è ormai rotto: negli anni ’50 la sua musicalità subisce un certo declino benché riesca ancora, a momenti, a dar prova della sua immensa arte: è chiamato dal fenomeno nascente Oscar Peterson, incide per Norman Granz, è invitato al primo festival di Newport, spesso appare come ospite dell’orchestra di Count Basie.