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Clandestini per scelta

L'apoteosi del selfie

di Corrado Antonini

  • 22.06.2014
  • 18 min
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28:59

L'apoteosi del selfie

Clandestini per scelta 02.09.2014, 10:51

Mai stato in disuso (l’orgasmo, intendo dire), ma di questi tempi galoppa fiero verso nuovi orizzonti. Nella musica pop ce ne furono di scandalosissimi (Je t'aime, moi non plus di Serge Gainsbourg – la vague irresolue – e Jane Birkin – l’île nue) e di quasi cosmici (The great gig in the sky dei Pink Floyd; la voce in estasi era quella di Clare Torry, la quale, anni dopo, di quell’estasi rivendicò il copyright…). Impossibile recensirli tutti. Diciamo che soltanto in anni recenti il piacere in canzone s’è fatto vieppiù esplicito. Prima era affidato alle metafore e alle allusioni (Makin’ whoopee di Gus Kahn e Walter Donaldson, anno 1928, ne è un buon esempio – non lasciatevi ingannare dalla marcia di Mendelssohn, diciamo che era un lasciapassare…). Da un punto di vista strumentale la faccenda è assai più complessa. Limitandoci al rock, basti pensare a Jimi Hendrix, che è sesso dalla prima all’ultima nota, o all’eiaculazione metal di Eruption (Eddie Van Halen). Esempi a iosa, pure qui.

Il cinema non è stato da meno. Anzi. Ci sono pagine internet dedicate al tema. Qual è l’orgasmo più riuscito della storia del cinema? Meg Ryan? (Pensato e scritto da una donna, la grande Nora Ephron). Kevin Kline? Quelli evocati da Amélie? La Jane Fonda di Barbarella? Diane Keaton che si spiccia grazie all’orgasmatron? Quello di Katherine Heigl? (Sul tema Good vibrations torneremo a breve, ma a dire il vero ci avevano già pensato le ragazze di Sex and the city). Fate un po’ voi. Cos’hanno in comune gli orgasmi al cinema? Domanda facile. Che sono, in buona parte, simulati. Esistono delle eccezioni, beninteso (qualcuno forse ricorda la scena iniziale di 37°2 le matin?), ma la regola è che le scene di sesso, come tutto il resto, andrebbero convenientemente recitate.

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Nei mesi scorsi il regista danese Lars von Trier ha presentato il suo nuovo film Nymphomaniac con una campagna promozionale esplicita come poche. All’insegna del motto Forget about love, e con la “o” di Nymphomaniac trasformata in due parentesi allo scopo di evocare una vulva: (), gli attori del film sono stati fotografati e stampati su cartellone al culmine di un presunto rapporto sessuale. Che si tratti di una provocazione è evidente. Direi duplice, perché l’elemento comune a tutti i manifesti è il fatto che questi attori (professionisti, e dunque abituati a fingere come se non stessero fingendo) stanno manifestamente fingendo un orgasmo. I critici cinematografici danesi hanno apprezzato a tal punto la campagna da prestarsi, a loro volta, al gioco, come se volessero dire: ecco come ci sentiamo quando guardiamo un film (dopo di loro, lo stesso hanno fatto alcuni critici cinematografici polacchi; a quando i nostri…?). La cosa che emerge è che la presunta estasi, in tutti i casi, ha carattere singolo. L’accento è insomma posto sul mio di piacere (Gainsbourg sembra lontanissimo, vero?).

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Bene. Umettiamo l’indice e voltiamo pagina.

C’è un sito internet che da parecchi anni riscuote un discreto successo in rete. Si chiama Beautiful agony – Facettes de la petite mort e consiste in questo: utenti qualunque che postano filmati che li ritraggono mentre, soli soletti, si danno del piacere (l’apoteosi del selfie, in un certo senso). Nessuna simulazione stavolta. Ma attenzione però. Niente di pornografico (o meglio: sì se per pornografico intendiamo la raffigurazione di soggetti intenti a un atto erotico; no se per pornografico intendiamo la raffigurazione esplicita di organi sessuali). Quel che si vede è soltanto il volto degli utenti, niente più. Narrazione in piano-sequenza di un piacere autoindotto. Sono uomini e donne che traggono piacere o semplicemente giovamento nel mostrare al mondo la propria agonia

Come avrete sicuramente intuito, non è tutto.

C’è un altro sito. Questo si chiama Hysterical Literature (letteratura isterica), e ci viene presentato sotto l’etichetta di “video arte”. Consiste in questo. Donne che, accomodate sopra un vibratore (Good vibrations, ricordate?), leggono un classico della letteratura (Foglie d’erba, Amatissima di Toni Morrison, Arancia meccanica, addirittura Autoritratto in uno specchio convesso di un poeta come John Ashbury, mica Heidi e le caprette insomma…). Leggono un po’, finché riescono, e poi non più. Tutto molto elegante e raffinato, bianco e nero, l’esplorazione del dualismo mente/corpo… Artistico, appunto, che in questo caso fa anche molto rima con voyeuristico. Battezziamolo pure, come cercavano di inculcarci a scuola, il piacere della lettura.

Pazientate. Non è ancora tutto.

Un gruppo di ragazze olandesi che si fanno chiamare Adam. Una girlband, come vengono definite in gergo (genere Spice Girls, per intenderci). In principio non erano famosissime, ma lo sono diventate grazie al loro ultimo videoclip fattosi virale (più di 11 milioni di visualizzazioni su Youtube). Probabilmente hanno visitato il sito Hysterical Literature e si sono dette: però, non male come idea. Risultato: pure loro si sono accomodate come sopra e ci hanno cantato (o almeno, ci hanno provato) la loro canzone. Nel gruppo sono in cinque, ma solo in tre si sono prestate all’impresa. Molto divertente la parodia che ne hanno fatto tre ragazzotti in formato boyband.

Passo e chiudo (perché prima o poi si deve pur chiudere) ricordando che il 31 luglio prossimo si celebra la Giornata Mondiale dell’Orgasmo. Direi che è il caso di prepararsi per tempo. Noi si torna a settembre con altri ascolti clandestini. Buona estate a tutti.

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La scaletta della settimana:

- Simply are, Arto Lindsay, da Encyclopedia of Arto, ed. Northern Spy Records (2014)

- Many descriptions, To rococo rot (feat. Arto Lindsay), da Instrument, ed. City Slang Records (2014)

- Critical band, Hannes Strobl & David Moss, da At the beach, ed. Monotype Records (2014)

- Poder da seduçao, Dona Onete, da Feitiço Cabloco, ed. Mais Um Discos(2014)

- Je t'aime... moi non plus, Serge Gainsbourg & Jane Birkin, da Je t'aime... moi non plus, ed. Fontana (1969)

- Pussikaljasää, Kaveri Special, da Kaveri Special, ed. Manamour Records (2014)

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