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La sociologia come partecipazione

Incontro con Franco Ferrarotti - di Sonja Riva

Franco Ferrarotti (courtesy www.francoferrarotti.it)

La sociologia come partecipazione

  • La sociologia come partecipazione (1./4)

    Laser 29.03.2010, 04:00

  • La sociologia come partecipazione (2./4)

    Laser 30.03.2010, 04:00

  • La sociologia come partecipazione (3./4)

    Laser 31.03.2010, 04:00

  • La sociologia come partecipazione (4./4)

    Laser 01.04.2010, 04:00





Franco Ferrarotti è il decano dei sociologi italiani, si è perfezionato a Parigi, Londra e Chicago. È stato nel 1949 a Ginevra, tra i fondatori del consiglio dei Comuni d'Europa. Nel 1951 ha fondato "I Quaderni di Sociologia", portando sulla scena culturale e accademica italiana una grande ventata europea. In quello stesso periodo incontra l'industriale Adriano Olivetti, del quale sarà per dodici anni, uno dei più stretti collaboratori e insieme porteranno avanti una visione politica e ideologica "sulle strade dell'utopia", lavorando per sviluppare la democrazia industriale in Italia e in Europa e sviluppando le scienze sociali intese come strumento di innovazione nella società e nell'impresa. Come rappresentante del "Movimento Comunità" di Olivetti è deputato indipendente al Parlamento italiano nella terza legislatura, dal 1958 al 1963. Nel 1960 ottiene la prima cattedra di sociologia in Italia. È stato "visiting professor" in molte università europee e nordamericane, in Russia, Giappone e America Latina. È membro della "New York Academy of Sciences". È autore di numerose pubblicazioni, che spaziano dall'architettura, all'urbanistica,alla realtà sociale. Lo abbiamo incontrato nel suo studio romano, pieno di libri e pubblicazioni, riempito anche dalla voce tonante ed inesauribile dei suoi giovani ottantaquattro anni, che vive con grande dinamismo, tra continui viaggi e sempre nuovi progetti. Abbiamo attraversato con lui la sua storia, e sessant'anni di vita culturale e politica italiana, segnata anche dagli incontri con personalità ed intellettuali di spicco della storia d'Italia.Parlato molto di sociologia, partendo dalle critiche che gli aveva mosso Benedetto Croce, ma anche dell'importanza del territorio e della comunità, dell'organizzazione della cultura, fino ad affrontare i temi del rapporto tra città e campagna e quelli tra il centro e le periferie del mondo.

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