Oggi, la storia

Novecento omicida (ma l’antichità non era innocente)

di Emilio Gentile

  • 01.10.2015, 09:05
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Campo di sterminio di Auschwitz

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Oggi, la storia
Giovedì 1. ottobre 2015 - 07:05

02:45

Oggi, la storia 01.10.15

Oggi, la storia 01.10.2015, 07:05

Il Novecento non ha una buona reputazione. Al secolo scorso appartengono due guerre mondiali con oltre sessanta milioni di morti, il genocidio degli ebrei e di altre popolazioni, pulizie etniche, stermini di massa, avvenuti in tutti i continenti. Si calcola che nel corso del Novecento la violenza contro persone inermi, perpetrata da gruppi armati, spesso sostenuti da Stati, abbia prodotto da cento e centocinquanta milioni di morti. Secondo alcuni studiosi, il Novecento sarebbe il secolo omicida per antonomasia; e la civiltà moderna sarebbe la principale artefice dello sterminio di massa. La pulizia etnica omicida, ha affermato il sociologo Michel Mann, “è un problema centrale della nostra civiltà”, il “nostro male oscuro”. Uno sguardo all’antichità mostra tuttavia che non solo la civiltà moderna ha un male oscuro. Come ha osservato l’archeologo Bill Leadbetter, dopo aver raccontato i genocidi compiuti nel corso della storia antica, la modernità “può aver corredato il genocidio di nuove ideologie e tecnologie, ma il fenomeno, nudo e crudo, potrebbe essere antico come la civiltà”. I grandi libri delle antiche civiltà ricordano e quasi ostentano lo sterminio degli inermi. Nell’Iliade il re dei Greci Agamennone, riferendosi ai troiani, dichiara:”Nessuno di loro deve sfuggire all’abisso di morte, per nostra mano, neanche chi è ancora nel ventre della madre”. Nell’Antico Testamento, lo sterminio di intere popolazioni, compresi donne e bambini, da parte del popolo di Israele avveniva con l’esortazione e l’approvazione di Dio. Quando Giosuè conquistò Ai, tutti gli abitanti, narra la Bibbia, furono “passati a fil di spada. Il totale degli uccisi in quel giorno, fra uomini e donne, fu di dodicimila, tutta la gente di Ai.” Poi Giosuè attaccò Makkeda, e Dio scagliò una pioggia di pietre sugli abitanti, “sì che furono più quelli che morirono per quella grandinata di pietre che non quelli che uccisero di spada i figli di Israele”, finché non rimase alcun superstite. Poi Giosuè conquistò Eglon “votando quello stesso giorno allo sterminio tutti quelli che vi erano”. Agli Israeliti che combattevano i Beniamiti fu ordinato di uccidere “gli abitanti di Galaad, comprese donne e bambini.” Altri grandi libri dell’antichità, sia occidentale sia orientale, raccontano massacri di inermi. Il Novecento, dunque, non avrebbe iniettato una speciale crudeltà nell’uomo moderno, ma gli ha certamente consegnato nuovi strumenti, istituzionali organizzativi tecnici e persino culturali, per rendere lo sterminio più ampio e più efficiente.

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