Oggi, la storia

Se ascolti la radio stasera

di Claudio Visentin

  • 17.02.2016, 08:05
Radio vintage
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Oggi, la storia
Mercoledì 17 febbraio 2016 - 07:05

Se ascolti la radio stasera, udrai la mia canzon” cantava Meme Bianchi nel 1940 dai microfoni del’EIAR, la radio pubblica italiana strumento della propaganda fascista. La popolare cantante era originaria di Porto Ceresio, appena oltre il confine che ci separa dall’Italia. Già nel 1936 Meme Bianchi fu ospite di Radio Monteceneri, l’antenata della RSI, e qui volle cantare dal 1943 al 1945, quando la Repubblica di Salò, alleata dei nazisti, trasmetteva invece dagli studi di Busto Arsizio.

In quegli anni la voce dell’EIAR non era più la sola a parlare agli Italiani. Dall’inizio della Seconda guerra mondiale infatti Radio Londra trasmetteva regolarmente nella nostra lingua. L’ascolto era severamente proibito, ma di nascosto dal regime e dai suoi delatori in molte case si cercava di sintonizzarsi su Radio Londra, tenendo il volume al minimo. Alcuni conduttori divennero assai noti, come il colonnello Harold Stevens, il “colonnello buonasera”.

Spesso Radio Londra trasmetteva anche messaggi diretti alla Resistenza, che segnalavano per esempio l’invio di armi o ordinavano un sabotaggio, ma erano in codice e solo i destinatari potevano comprenderli: la mia barba è bionda; la mucca non dà latte; Giacomone bacia Maometto; le scarpe mi stanno strette.

Nel febbraio del 1942, con l’ingresso in guerra degli Stati Uniti, a Radio Londra si affiancò la Voce dell’America, che cominciò a trasmettere verso la Germania, dove i nazisti con Goebbels sfruttavano al massimo il potenziale propagandistico della radio: “Le notizie potranno essere buone o cattive – era la promessa della Voce dell’America – ma saranno sempre vere”.

E proprio il 17 febbraio del 1947 la Voce dell’America cominciò a rivolgersi anche ai cittadini dell’Unione Sovietica, nel nuovo scenario della Guerra Fredda. Nella programmazione il Jazz, sempre più popolare, aiutava a far passare un punto di vista favorevole agli Stati Uniti.

Sostenuta da robusti finanziamenti negli anni Cinquanta la Voce dell’America arrivò a trasmettere in tutto il mondo in quarantacinque lingue. Con la fine della Guerra fredda il futuro della Voce dell’America si è fatto più incerto, ma lungo tutta la seconda metà del Novecento ha scritto una pagina importante nella storia della radio, tra libertà d’informazione e propaganda.

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