Questo sabato il CSOA Molino di Lugano e suoi simpatizzanti scenderanno in piazza a Lugano per scandire lo slogan "il Molino non si tocca!" e per "diffondere le culture autogestite al di fuori dello spazio dell'ex macello", come si legge nel comunicato sul sito del centro sociale.
Alla base di questa manifestazione la decisione del municipio di Lugano e della maggioranza del consiglio comunale di sloggiare i "Molinari" per trasformare l’area dell'ex-macello in uno spazio dedicato ad eventi e cultura, con servizi di ristorazione e alloggi per turisti e studenti. Il consiglio comunale ha già dato il via libera per un concorso architettonico che mira a ridisegnare l'area.
Da tempo le autorità comunali e il centro sociale sono ai ferri corti e le possibilità di dialogo ridotte al lumicino. L'idea d'integrare la permanenza degli autonomi nel progetto, sulla base di una coabitazione sinergetica e costruttiva - come propone invece il rapporto di minoranza del consiglio comunale - sembra ormai essere un'ipotesi remota. Eppure, la convenzione del 2002 – che per inerzia ha assunto un carattere permanente - era stata sottoscritta dall'allora sindaco Giorgio Giudici, da Giuliano Bignasca e dal centro sociale in uno spirito di pragmatismo, collaborazione e pace sociale.
I "Molinari" sarebbero potuti restare all'interno dell'ex macello finché non si sarebbe trovato loro una sistemazione definitiva. La realtà autogestita a Lugano è ormai giunta al capolinea, o si riuscirà ancora a trovare una soluzione?
L'autogestione a Lugano e, più in generale, in Ticino, continua dunque ad essere un problema non risolto. Mentre in molte città svizzere le realtà autogestite, pur creando qualche tensione, sono tollerate o addirittura riconosciute da più di un ventennio - a Zurigo, per menzionare un esempio, ci sono oggi all'incirca una trentina di centri autogestiti- e parte integrante delle realtà urbane, alle nostre latitudini si fatica a trovare un'intesa.
Perché in Ticino non si è optato per il dialogo e per il riconoscimento istituzionale? Gli spazi autogestiti sono un corpo estraneo nelle città e un problema di ordine pubblico o svolgono, al contrario, un ruolo civico e socioculturale importante?
Ne parliamo con:
Michele Bertini, vicesindaco di Lugano, titolare del dicastero sicurezza e spazi urbani
Bruno Brughera, portavoce dell'associazione AIDA, a sostegno di un riconoscimento dell'autogestione
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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