Alla fine di quest’anno saranno 30 forse 40’000 le persone che avranno varcato le frontiere svizzere per chiedere asilo politico oppure per ragioni economiche. A queste persone si aggiungono gli oltre 65’000 cittadini ucraini che beneficiano dello statuto S e godono di protezione speciale. Il nuovo consigliere federale responsabile di questo dossier, Beat Jans, ha promesso una svolta nella gestione migratoria: procedure ultrarapide per chi arriva dai paesi nordafricani e maggiore severità con chi è recidivo nel commettere reati. Ma per una parte della politica questo non basta. UDC e Lega chiedono con insistenza il ripristino dei controlli sistematici alle frontiere. Anche il PLR lancia la sua offensiva puntando sull’espulsione sistematica di chi non ottiene l’asilo e sulla conclusione di accordi di riammissione sia con i paesi di provenienza, sia con paesi terzi. La sinistra insiste invece sulla necessità di accogliere chi fugge da situazioni invivibili e sull’inserimento rapido nel mondo del lavoro di chi ottiene il diritto di restare. Modem dibatte, da Berna, coni consiglieri nazionali:
LORENZO QUADRI – Lega dei ticinesi
GIORGIO FONIO – Alleanza del Centro
Intervista registrata a:
GRETA GYSIN – I Verdi, presidente della Commissione istituzioni politiche
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