Mentre affronta lo scandalo di corruzione che ha coinvolto alti papaveri ucraini, Zelensky ascolta gli aggiornamenti dai militari
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Zelensky e il guaio della corruzione

In Ucraina le indagini nel settore dell’energia incrinano la credibilità della presidenza

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È uno scandalo che ha raggiunto il cuore del potere ucraino quello che ruota attorno ad un’indagine nel settore energetico, con sospetti di corruzione per una cifra totale che si avvicina ai cento milioni di euro. Questo almeno quello che ritengono le due agenzie anti-corruzione del Paese, che nei giorni scorsi hanno perquisito l’abitazione e l’ufficio di Andrij Yermak, l’uomo più vicino e fidato del presidente Zelensky. Tanto vicino da essere considerato una sorta di vice-presidente, una pedina onnipresente che lo stesso Zelensky ha giocato anche sul tavolo dei negoziati in corso per raggiungere perlomeno una tregua nella guerra scatenata dalla Russia ormai da quasi quattro anni. Yermak non ha potuto far altro che rassegnare le dimissioni, per il presidente era diventata una presenza troppo ingombrante. Ora in Ucraina si apre una nuova fase, con l’opposizione che chiede a gran voce un governo di unità nazionale e con le truppe al fronte sempre più in difficoltà. Lo scandalo della corruzione mette in cattiva luce l’Ucraina anche agli occhi degli alleati europei. C’è però anche un risvolto positivo: i casi di corruzione sono emersi grazie a lavoro di due agenzie dello stato. Ciò significa che la lotta contro questo fenomeno può portare pure a risultati significativi, e questo anche in Ucraina. Ne discutiamo con:
Davide Maria De Luca, collaboratore RSI dall’Ucraina
Simone Bellezza, professore di storia contemporanea all’Università del Piemonte orientale, esperto di Ucraina e di Europa orientale
Jean Patrick Villeneuve, docente all’Usi di Lugano e direttore del Gruppo di ricerca sull’integrità pubblica

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