In questa edizione parliamo di ghiacciai e delle tracce che lasciano sul nostro territorio con Christine Levy Rothenbühler. Geografa, si occupa in particolare di geomorfologia e glaciologia presso l’Academia Engiadina.
È un paesaggio in continuo mutamento e questa evoluzione è in accelerazione. I mutamenti oltretutto sono sempre più veloci e le cause sono anche da imputare all’uomo. Pure in passato ci sono stati periodi per così dire “caldi” ma queste temperature non erano mai state raggiunte finora. Se la scomparsa di ghiacciai per i ricercatori è già oggi inevitabile, il processo di scioglimento dovrebbe però durare ancora circa 200 anni quindi per ora è ancora possibile ammirare questi bianchi giganti della natura. L’effetto si può dire che è quello che si osserva gustando una coppa di gelato. Quando è piena il gelato per così dire si conserva. Quando mancano poche cucchiaiate lo scioglimento è sempre più veloce.
In questa edizione parleremo anche delle testimonianze che i ghiacciai lasciano dopo essere scomparsi. Testimonianze che sono riscontrabili anche in Bregaglia dove è allestita una mostra permanente sul passo del Maloja nella Torre Belvedere.
Ghiacciai ieri, oggi e domani. Si può dire che per l’associazione di Poschiavo che si occupa delle formazioni glaciologiche di Cavaglia questa frase è come un mantra che ogni anno riserva approfondimenti e nuovi spunti di riflessione. Per il ventennale che l’associazione festeggerà ad agosto oltre ad una serie di eventi già programmati, come ad esempio con la presentazione del libro della nostra ospite Christine Levy Rothenbühler “I ghiacciai del Bernina. Dove i ghiacci toccano il cielo”, ci sarà anche l’annuncio di una nuova scoperta: quella fatta oltre confine in Valtellina. Grazie alle indicazioni del giardino dei ghiacciai di Poschiavo sono state rinvenute nuove formazioni glaciologiche.
Con Stefano Barbusca verifichiamo anche la situazione dei ghiacciai oltreconfine. I ghiacciai naturalmente arretrano anche qui. Negli ultimi decenni alcuni sono spariti e gli altri si sono ridimensionati. I dati raccolti nelle ultime stagioni estive dalla Valle Spluga alla zona di Bormio, passando per il gruppo del Bernina, sono ancora più allarmanti.