La filiera del legno è la protagonista di questa edizione. Ci occupiamo quindi di una ricchezza delle Alpi, inestimabile, soprattutto in questo momento in cui si parla con insistenza di transizione ecologica.
I boschi vanno coltivati, soprattutto se di protezione e questo implica un esbosco. Ma che fine fanno le piante abbattute? Come dare ulteriore valore all’intervento sul territorio delle aziende forestali - sino esse private o comunali? A queste domande cercheremo di dare risposta, ma prima di tutto ricordiamo le fasi che incontriamo nel sistema foresta-legno
C’è una fase di raccolta che viene effettuata sia dalle aziende forestali comunali sia da imprese private, c’è una prima trasformazione che comprende le segherie e una seconda lavorazione sostanzialmente formata da falegnamerie artigianali ed industriali e dalle altre produzioni in legno.
Interessante a questo proposito il progetto regionale che sta prendendo piede in Valposchiavo, denominato “legno 100% Valposchiavo”. In pratica si tratta di certificare - così come è stato fatto nel settore agroalimentare - i prodotti derivati dal legname tagliato in valle: dal cippato che alimenta la rete di teleriscaldamento di Poschiavo, alla legna da ardere utilizzata in valle, dai semilavorati impiegati in edilizia a sud e a nord del Bernina, sino ai complementi di arredo.
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