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Millevoci

UNIA e il suo patrimonio di oltre 800 milioni: quando la ricchezza di un sindacato fa discutere (3./3)

A cura di Antonio Bolzani, in conduzione: Elena Caresani

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  • 7.12.2021
  • 55 min
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Le cifre del cospicuo patrimonio di UNIA sono oramai pubbliche da due mesi e da quando è stata resa nota la situazione finanziaria della più grande organizzazione sindacale svizzera si sono susseguite le reazioni e le prese di posizione. C’è chi si è stupito e chi ha esternato i suoi dubbi e le sue perplessità di fronte ad una ricchezza che finora era pressoché sconosciuta: secondo i dati pubblicati, gli attivi di UNIA ammontavano, a fine 2020, a 836 milioni di franchi. I soli beni immobili -tra cui un portafoglio di quasi tre mila appartamenti, proprietà commerciali, hotel, riserve di terreno e progetti di costruzione- valevano 444 milioni. Le attività finanziarie, fra cui obbligazioni e azioni, ammontavano a 329 milioni di franchi. Il sindacato, che legalmente è un'associazione, ha così pubblicato sul suo sito internet i conti del periodo 2016-2020. Unia ha spiegato di averlo fatto in seguito all'interesse mediatico: alcune informazioni erano state fornite dai giornali del gruppo Tamedia e dal Blick che accusavano l’organizzazione dei lavoratori di mancanza di trasparenza. Unia, che conta 180 mila affiliati, è quindi a tutti gli effetti la più ricca organizzazione politica svizzera e la sua potenza finanziaria determina inevitabilmente anche la sua capacità di condurre le campagne e di sostenere gli scioperi. Fra le critiche emerse da coloro che si sono meravigliati di fronte alle fortune e ai tesori di Unia, spiccano quelle relative alle quote prelevate alle lavoratrici e ai lavoratori: non si sarebbero potute o non si potrebbero abbassare? E poi ancora c’è anche chi ha detto che il sindacato avrebbe potuto partecipare alle ingenti spese che i datori di lavoro sostengono per la sicurezza sul posto di lavoro. Insomma, la domanda sorge spontanea nell’opinione pubblica e negli ambienti padronali ed economici: come si giustificano le lotte dei sindacalisti contro i ricchi padroni quando in realtà anche loro fanno parte della categoria dei benestanti?
A questa e a tante altre domande rispondono Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di Unia Ticino; e Fabio Regazzi, consigliere nazionale e presidente dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri (USAM).

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