Arte visiva

Sulle tracce del soprannaturale

Presenze fantasmatiche nell’arte: “Ghosts”, la mostra in corso al Kunstmuseum di Basilea

  • Ieri, 16:01
Katharina Fritsch, Geist und Blutlache, 1988 - Philadelphia Museum of Art: Promised Gift of Keith L. and Katherine Sachs
04:45

Ghosts

RSI Cultura 01.11.2025, 19:00

  • © 2025, ProLitteris, Zurich© Katharina Fritsch /Courtesy Matthew Marks Gallery
  • Lisa Mangili, Paride Dedini - neo
Di: neo./Mc 

La mostra Ghosts, aperta fino all’8 marzo 2026 al Kunstmuseum di Basilea, propone di “andare sulle tracce del soprannaturale”. Eva Reifert, curatrice della mostra, ne ha parlato a neo.

I fantasmi hanno sempre perseguitato l’umanità. La mostra basilese Ghosts. Visualizing the Supernatural, propone di riflettere sulle nostre paure intime e sul bisogno, profondamente umano, di dare forma all’ignoto. L’intento primario dell’esposizione è esplorare il tema dei fantasmi nell’arte e nella cultura visiva, concentrandosi su come il soprannaturale sia stato rappresentato e interpretato negli ultimi due secoli.

L’Ottocento è un secolo particolarmente importante per il rapporto con le presenze fantasmatiche, che dall’aldilà si affacciano al nostro mondo. Un secolo che vive l’affermarsi dello spiritismo (dottrina formulata intorno al 1860 dal francese Allan Kardec) che stabiliva come possibili i contatti tra gli spiriti dell’aldilà e i vivi. Anni di curiosità per le sedute spiritiche e per lo spiritismo che si serve delle innovazioni tecnologiche per documentare l’intervento degli spiriti dei defunti e spiegare così molti fenomeni parapsichici e medianici. Convinzioni che portarono alla nascita di organizzazioni che cercavano di studiare scientificamente questi fenomeni paranormali, come la Society for Psychical Research, nata a Londra nel 1882.

Le innovazioni tecniche dell’epoca furono spesso usate per legittimare, documentare o addirittura facilitare la comunicazione con l’aldilà. E galvanometri, bilance di precisione e camere oscure venivano utilizzati per misurare le manifestazioni spiritiche.

Benjamin West, Saul and the Witch of Endor, 1777

Benjamin West, Saul and the Witch of Endor, 1777

  • Wadsworth Atheneum, Museum of Art, Hartford, CT. Bequest

Va riconosciuto che lo spiritismo dell’Ottocento ha aperto nuove vie all’arte, liberandola dalla mera rappresentazione del visibile e spingendola verso l’astrazione, la trascendenza e la ricerca interiore. L’artista si trasforma in una sorta di medium, e l’opera diventa un ponte tra mondi.

Meret Oppenheim, Ghost with a Bedsheet (Spectre au drap), 1962

Meret Oppenheim, Ghost with a Bedsheet (Spectre au drap), 1962

  • Kunstmuseum Liechtenstein, Vaduz © 2025, ProLitteris, Zurich

A Basilea vengono presentate oltre 160 opere tra dipinti, fotografie, sculture, installazioni e oggetti storici. Opere di oltre 80 artisti internazionali (William Blake, Marcel Duchamp, Tony Oursler, Rachel Whiteread) e tra cui spiccano alcuni nomi fondamentali dell’arte svizzera: Paul Klee, Meret Oppenheim e Johann Heinrich Füssli. Esposti anche oggetti curiosi come un kit per la caccia ai fantasmi degli anni ’20 e un coltello “posseduto” appartenuto a Carl Jung. Non mancano opere di artisti contemporanei, che riflettono su vari aspetti del fantasmatico e anche riferimenti cinematografici, a film cult come Ghostbusters (1984) e Estranei - All of Us Strangers (2023), sottolineando il ruolo dei fantasmi nella cultura pop contemporanea.

Nella mostra abbiamo scelto di partire dal XIX secolo, perché è in quel periodo che le immagini dei fantasmi sono cambiate molto. La fotografia era appena stata inventata e con la fotografia spiritica nacque l’idea che questa potesse rendere visibile qualcosa che forse gli occhi non potevano vedere. Il XIX secolo è stato anche il momento di massimo splendore del cosiddetto spiritismo. Un periodo in cui le persone erano davvero convinte di poter davvero comunicare con l’aldilà.

Eva Reifert, curatrice della mostra

Albert Freiherr von Schrenck-Notzing; Juliette Alexandre-Bisson, The Medium Eva C., 17.5.1912

Albert Freiherr von Schrenck-Notzing; Juliette Alexandre-Bisson, The Medium Eva C., 17.5.1912

  • Institut für Grenzgebiete der Psychologie und Psychohygiene, Freiburg i. Br.- Photo: Institut für Grenzgebiete der Psychologie und Psychohygiene, Freiburg i. Br.

I fantasmi, simboli dell’invisibile e dell’inconscio, sono indagati nella mostra, nel loro ruolo di mediatori che invitano a mettere in rapporto mondi diversi, spesso distanti, arte e scienza, razionalità e mistero, tecnologia e tentativi di catturare l’invisibile. Presenze che, in questo nostro tempo tecnologico, ci invitano a riflettere sull’irrazionale oggi e sul suo potere. Un’importante occasione seconda Eva Reifert, curatrice della mostra.

I fantasmi sono esseri affascinanti, penso che sia in parte perché vivono in una sorta di regno intermedio, tra questo mondo e l’aldilà, tra il qui e ora e un possibile mondo dei morti. E poi la grande domanda è sempre stata: “I morti possono ritornare in vita, possono riapparire e manifestarsi a noi?”. Credo che questo tema si muova in una zona grigia e questo è forse un sentimento che possiamo comprendere bene in questo momento. Possiamo riconoscere questa incertezza irrazionale e il suo potere. Stiamo infatti vivendo un momento in cui l’irrazionale gioca un ruolo molto importante nelle nostre vite. Può davvero mettere in discussione quelle che pensavamo fossero certezze.

Eva Reifert, curatrice della mostra

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