Il rock svizzero deve molto ai Krokus, che con le loro scariche di suono elettrico hanno trasmesso vibrazioni rossocrociate in tutto il mondo. Gli hard rocker di Soletta non potevano mancare nella “compilation” di Facciamo una band?.
Se si considera la loro produzione, i Krokus sono chiaramente una delle migliori band hard rock degli ultimi 40 anni. Lo sosteneva il giornalista Malcolm Dome, che aveva analizzato la storia di questa formazione, nata negli anni ‘70 e sinonimo di power rock di alta qualità grazie a un suono autentico, artigianale. 15 milioni di dischi venduti in tutto il mondo: nessun’altra rock band svizzera ha avuto tale riscontro commerciale.
51 gli anni di attività, costellati da 18 album in studio. I Krokus nascono come band di prog rock sinfonico, sulla scia di Yes ed Emerson, Lake & Palmer, per poi virare verso sonorità più dure. Una svolta influenzata da gruppi come Scorpions, Saxon, Judas Priest e, soprattutto, AC/DC. La band dei fratelli Young è stata talmente d’ispirazione da far sollevare, da parte di alcuni, il dubbio che i Krokus ne fossero un po’ la fotocopia. In realtà si è trattato piuttosto di un omaggio alle leggende australiane.
Ancora oggi la band porta volentieri in giro la sua musica: nel mese di marzo ha suonato per alcune date a Miami, prossimamente girerà fra Svizzera, Germania, Belgio e Svezia. La dimensione del live è cresciuta via via, dapprima consolidandosi in patria e poi allargandosi a Germania e Inghilterra. Il boom arriva nel 1984, con l’uscita dell’album The Blitz, che inaugura la stagione dei concerti negli Stati Uniti. Tra gli anni ‘80 e ‘90, negli USA, Krokus significa molte copie vendute e disco d’oro.
Una passione per i concerti che sembra interrompersi per sempre nel 2018, quando la band annuncia il suo addio alle scene, celebrato l’anno successivo con un tour che si concluderà all’Hallenstadion di Zurigo, lì dove i Krokus avevano fatto il tutto esaurito, prima band svizzera a riuscirci. Ci ripenseranno, e l’addio diventerà solo un arrivederci. Nel 2023 tornano sul palco e l’avventura non può che ripartire dall’Hallenstadion.
Ingrediente base di Facciamo una band? è l’origine del nome. Quello dei Krokus viene in mente al cofondatore Chris von Rohr durante un viaggio in treno, alla vista di un campo di crochi (in tedesco, appunto, Krokus), fiori diffusissimi in Europa. Il nome piace perché Krokus contiene la parola “rock” e così si decide di usarlo per il gruppo. Il logo della band è invece opera dell’artista Beat Keller.
Chris von Rohr è anche la figura che lega i Krokus a un’altra importante band svizzera: i Gotthard, di cui è stato produttore dagli esordi della loro carriera fino ai primi Duemila. Rapporto a dir poco travagliato, quello tra von Rohr e i rocker ticinesi, come raccontato nel documentario One Life One Soul.
Oggi un legame fra le due band lo si può ancora rintracciare a livello di organici, con l’ingresso nei Gotthard del batterista Flavio Mezzodi.