Dieta chetogenica: dimagrire mangiando grassi?

La dieta chetogenica non è un’invenzione recente, infatti è stata ideata negli anni ‘20 come terapia per l’epilessia nei bambini dalla Mayo Clinc. Le basi di questo regime alimentari sono: un consumo molto basso di carboidrati (generalmente sotto i 50 grammi al giorno), un apporto moderato di proteine e un’elevata assunzione di grassi. L’obiettivo è portare il corpo in uno stato metabolico chiamato “chetosi”, in cui l’organismo non avendo a disposizione abbastanza carboidrati, inizia a usare come fonte primaria di energia i grassi. «Non è una dieta iperproteica anzi, non bisogna superare un certo quantitativo di proteine» spiega la nutrizionista Natasha Russo a La Consulenza.

Seppur amata da molti, questa dieta non è adatta a tutti: è sconsigliata, per esempio, a persone con problemi renali, epatici o cardiaci, in gravidanza e in allattamento e a chi soffre o ha sofferto di disturbi alimentari. «Bisogna essere sani, ben idratati e seguiti da un professionista per adottare questa dieta» spiega Natasha Russo.

Nota: Diversi studi recenti hanno evidenziato benefici metabolici legati alla chetosi, come il miglioramento della sensibilità insulinica e del controllo dell’appetito, ma la comunità scientifica è ancora divisa sui rischi a lungo termine.

Quando si adotta questo regime si possono sperimentare anche effetti collaterali «i primi giorni si possono sperimentare malditesta, irritabilità, crampi, stanchezza, alito cattivo e stitichezza (in inglese viene definita keto flu)» spiega la nutrizionista «dopo tre giorni questi sintomi spariscono e si inizia a non avere più fame, questo è un aspetto che la rende interessante per molti.»
Anche se questa dieta in alcuni casi può essere efficace, bisogna considerare che è molto restrittiva ed è difficile da mantenere a lungo termine «per esempio, si possono mangiare solo alcune verdure, si può mangiare pochissima frutta. Va sicuramente ben pianificata con un professionista per non causare carenze» precisa Natasha Russo.