Curiosità e trend

Perché l’olivo è considerato un bene per il pianeta?

Un alleato per la salute delle persone e del luogo in cui viviamo

  • 26 novembre, 11:30
magestico albero di ulivo clima mediterraneo
Di: Sebastian Cerny 

L’olivo, simbolo biblico di pace e armonia, è stato riconosciuto dall’UNESCO nel 2019 come risorsa essenziale per il pianeta: le sue radici mediterranee si sono diffuse nei cinque continenti, rendendolo un alleato contro il cambiamento climatico grazie alla capacità di assorbire più CO₂ di quanta ne emetta. Questo 26 novembre 2024, Giornata Mondiale dell’Olivo, si celebra un albero straordinario, non solo testimone del passato, ma risorsa vitale per un futuro sostenibile.

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Giornata Mondiale dell’olivo

Serotonina 26.11.2024, 09:00

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L’olivo, simbolo di pace e armonia

L’olivo è una delle piante che meglio rappresenta la nostra civiltà, tra le più antiche e cariche di significato della storia umana. La produzione olearia, nativa della presente Siria, risale al V millennio avanti Cristo.
In molte culture del Mediterraneo, da millenni, l’albero di olivo è visto come un simbolo di pace e speranza: basti pensare alla Bibbia, dove la colomba con il ramo d’olivo segna la fine del diluvio universale, la fine dell’ira divina, rappresentando il ritorno alla vita e alla serenità. Anche nella mitologia greca, l’olivo era sacro, un dono di Atena agli uomini come simbolo di prosperità e benessere. Ancora oggi, la coltivazione dell’olivo unisce popoli e territori, in un segno di rispetto e riconciliazione con la terra.

Un ramo di olivo sulla Luna

Nel luglio del 1969, in occasione del primo sbarco sulla Luna, venne posata una targa da parte degli astronauti americani a ricordo della loro missione con impresso un ramo di olivo in oro come simbolo di pace.

Oltre al suo valore simbolico, però, l’olivo rappresenta anche una risorsa importante per il nostro pianeta, grazie alla sua capacità di adattarsi ai cambiamenti climatici.

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L'olivo, albero degli Dei

Svizzera e dintorni 04.04.2010, 02:00

Cambiamento climatico e resilienza dell’olivo

Il cambiamento climatico rappresenta una sfida per l’agricoltura globale, ma allo stesso tempo offre anche nuove opportunità per esplorare alcune colture in ambienti inaspettati. Tra queste, l’olivo si distingue per la sua resilienza: la pianta è particolarmente resistente a condizioni di caldo arido e siccità, una caratteristica che permette agli olivicoltori di affrontare con meno difficoltà i mutamenti climatici. Sempre più zone europee dal clima mite, infatti, si troveranno ad affrontare cambiamenti di questo tipo.
Mentre molte colture soffrono per le temperature crescenti, l’olivo riesce ad adattarsi e persino a prosperare. Inoltre, le radici profonde dell’olivo stabilizzano il suolo, limitano l’erosione e migliorano la struttura del terreno, contribuendo a prevenire frane e smottamenti, attenuando addirittura il fenomeno di desertificazione

L’olivo, una pianta sostenibile

L’olivo è una delle colture più ecologiche che esistano, grazie alla sua capacità di crescere con poche risorse.
A differenza di altre piante da frutto, l’olivo:

  • Richiede una quantità limitata di acqua, rendendolo ideale per regioni dove l’accesso alle risorse idriche è ridotto.

  • Considerando il catalizzatore dei cambiamenti climatici, ovvero l’accumulo di gas serra in atmosfera, gli olivi assorbono notevoli quantità di CO₂ durante il loro ciclo di crescita, contribuendo a ridurli: un singolo olivo può assorbire fino a 25 kg di CO₂ all’anno, ben 7 volte di più a parità di biomassa rispetto alle colture annuali. Un oliveto ben gestito può quindi diventare una risorsa importante per sequestrare il carbonio e compensare le emissioni di altri settori.

  • Gli oli da semi, come quelli di soia, colza e girasole, sono meno sostenibili dell’olio EVO perché derivano da colture annuali che richiedono risorse e lavorazioni frequenti, mentre l’olivo, come coltura permanente (gli olivi rappresentano la più grande coltura permanente non tropicale al mondo), catturando più carbonio, ha un minore impatto ambientale nel lungo periodo.

I “crediti di carbonio”

L’Unione Europea, attraverso la Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027, considerando la notevole esternalità positiva degli oliveti, ha previsto una serie di misure di sostegno finanziario agli agricoltori europei che implementano pratiche sostenibili nell’olivicoltura mirando alla cattura del carbonio. Gli agricoltori possono anche partecipare al mercato volontario dei crediti di carbonio, generando crediti vendibili a enti o aziende che desiderano compensare le proprie emissioni.

Sono questi alcuni dei motivi per cui l’olivo è un tipo di coltura presa sempre più in considerazione: se un tempo la coltivazione dell’olivo era limitata a poche regioni, oggi può rappresentare una risorsa con del potenziale per diversificare l’agricoltura locale e offrire un’alternativa più sostenibile per i terreni.

In Svizzera, il cambiamento climatico sta aprendo nuove prospettive per la coltivazione dell’olivo, in particolare nel Canton Ticino, dove c’è una crescente attenzione per l’arbusto e dal 2025 ci sarà l’apertura al pubblico del Frantoio Atena a Mezzana, nato dal supporto dell’Associazione Amici dell’Olivo. Anche in altre aree della Svizzera, come la regione del Lago di Ginevra o del Lago di Zurigo, si sperimenta la coltivazione dell’olivo con successo.

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Un nuovo frantoio per il Ticino

L'ora della terra 17.11.2024, 09:05

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Fonti:

- Keys, A., 1970 “Seven Countries: A Multivariate Analysis of Death and Coronary Heart Disease.” Harvard University Press.
- Del Fabro, A., 2009 “Olivo: coltivazione, raccolta e utilizzo”. Demetra
- David W. T. Brattston, “The Symbolism of the Olive Tree in Mediterranean Culture”. Journal of Mediterranean Studies
- FAO, “The Carbon Sequestration Potential of Olive Groves”

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