Il Consiglio nazionale ha rinunciato a chiedere una amnistia fiscale generale, malgrado nel 2004 si sia dichiarato favorevole. Con 92 voti contro 90 e 3 astensioni i deputati hanno respinto oggi due iniziative in questo senso, una cantonale del Ticino e l'altra parlamentare dell'ex deputata Barbara Polla (PLS/GE).
Il testo ticinese chiedeva un'amnistia per quanto riguarda le imposte federali, cantonali e comunali mentre quello di Barbara Polla solo per le imposte federali, compresa la tassa militare. I cantoni sarebbero però stati invitati a cogliere l'occasione per procedere ad amnistie di loro competenza.
Gli evasori non avrebbero dovuto pagare penalità e multe, ma solo una “tassa liberatoria”. Per l'iniziativa Polla questo balzello non avrebbe dovuto superare il 5%, il Ticino proponeva invece di calcolarla in base all'ammontare del patrimonio non dichiarato al 31 dicembre dell'anno precedente.
Incitamento a frodare il fisco
La maggioranza dei deputati ha però ritenuto che un'amnistia fiscale generale senza l'obbligo di pagare il richiamo d'imposta violi il principio di uguaglianza di trattamento dei contribuenti e li inciti a frodare il fisco. Alcuni obiettivi dei due testi sono inoltre già stati raggiunti grazie alla legge del 2008 sulla semplificazione del richiamo d'imposta in caso di successione e sull'introduzione dell'autodenuncia, ha ricordato Jacques-André Maire (PS/NE) a nome della commissione preparatoria.
L'ultima amnistia fiscale generale risale al 1969 e ha permesso di far riemergere 11,5 miliardi di franchi di fondi non tassati.