Le testimonianze

Nubi sul mercato del lavoro in Ticino

Viaggio tra le aziende: alcune chiudono i battenti, altre si ridimensionano e altre ancora fanno i salti mortali per restare a galla

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Nubi sul lavoro in Ticino

Falò 10.06.2025, 20:50

  • RSI
Di: Oscar Acciari/Falò 

Non avrei mai pensato di dover chiudere questa fabbrica”. Ad affermarlo ai microfoni di Falò è Piergiorgio Giuliani, amministratore delegato di Mubea Fabbrica Molle Bedano. A fine luglio in questa azienda la produzione si fermerà definitivamente. In questi giorni si stanno producendo gli ultimi pezzi di molle per valvole di automobili a combustione.  

La causa principale che ha spinto a chiudere la fabbrica in Ticino – spiega Giuliani - è il forte calo del mercato di queste valvole, che si usano solo per i motori a combustione. Con i motori elettrici si perde mercato. Inoltre, si vendono in generale meno. Abbiamo sempre sperato di poter superare la situazione e riuscire a entrare in una situazione positiva, ma purtroppo abbiamo visto che non è possibile.

Mubea Fabbrica Molle è una delle società del gruppo industriale germanico, attivo nel settore dell’automobile e dell’aviazione. Il gruppo ha un fatturato di tre miliardi di franchi all’anno e nel mondo impiega circa 17’000 dipendenti. Continuerà a produrre molle per valvole in altri stabilimenti all’estero già esistenti, dove i costi sono inferiori. Per la fabbrica di Bedano non ci sarà nessuna riconversione.

“Noi abbiamo anche esaminato la possibilità di avere dei prodotti alternativi – aggiunge Giuliani - Ma purtroppo, Mubea ha sovracapacità anche in altri prodotti. Inoltre, in Svizzera i costi sono generalmente più alti. Per questa ragione non abbiamo intraveduto una possibilità di poter portare un prodotto alternativo. Quello che facciamo a Bedano, lo facciamo attualmente anche in Polonia, e anche là abbiamo delle sovraccapacità produttive. Ripeto: non avrei mai pensato che avrei dovuto chiudere questa fabbrica”.

“Tante ditte stanno chiudendo: ormai questo è il mondo del lavoro”

Fino a pochi mesi fa alla Mubea di Bedano lavoravano 70 persone.  Sono rimasti una trentina di collaboratori per terminare i lavori. Anche lo stabile è in vendita. Abbiamo fatto parecchi tentativi per raccogliere una testimonianza del personale. Il morale è a terra. Ci riusciamo all’alba di mercoledì scorso, subito dopo il cambio di turno. Il collaboratore avvicinato ci risponde così: “E che dobbiamo farci? Rimpiangere? Dispiace più che altro per quei colleghi più anziani che, dopo trenta anni e magari di più, non ce l’hanno fatta ad arrivare alla fine. Io ne ho quaranta. Mi rimbocco le maniche, proverò a fare altro… In giro sentiamo tante ditte che stanno chiudendo… Perciò… Questo è il mondo del lavoro secondo me… Non bisogna pensarci più di tanto, non possiamo farci niente …” 

Tra chiusure e tagli, nessun settore è al riparo

Si taglia e si chiude non solo a Bedano, ma anche a Bioggio nel settore farmaceutico. Ad annunciare la conclusione dell’attività a fine agosto, è la Bioggio Pharma Manufacture, a meno di clamorosi colpi di scena.  Anche in questo caso un’ottantina i licenziamenti. La causa sarebbe la perdita di un contratto di produzione con un cliente importante.

E si continua a tagliare anche nel settore della moda. Dopo l’annunciato disimpegno della Luxury Goods International, i licenziamenti sono stati annunciati da altri gruppi, in particolare nel Mendrisiotto. In totale sono 52 le persone toccate dalle misure di riorganizzazione del gruppo americano VF attivo a Stabio nel settore della moda. Un numero inferiore rispetto ai 70 tagli annunciati a inizio anno. Ad alcuni collaboratori è stato infatti proposto un reintegro in un altro ruolo. Per gli altri rimane il piano sociale.

Sempre nella moda, è stato avviato il licenziamento collettivo per un’ottantina di dipendenti della Consitex di Mendrisio, azienda che appartiene al gruppo Zegna. La nuova organizzazione della struttura produttiva prevede che le attività del reparto taglio vengano concentrate nell’impianto di Oleggio, in provincia di Novara. Ciò avviene - si dice in un comunicato dell’azienda che non rilascia interviste - a causa del continuo aumento del salario minimo in Ticino e dell’attuale tasso di cambio del franco svizzero. Consitex precisa che continuerà a svolgere in Ticino tutte le fasi di lavorazione dei propri prodotti ad alto valore aggiunto. Per i dipendenti toccati dal licenziamento, è stato messo in atto un piano sociale. Ad alcuni di loro è stata offerta una ricollocazione ad Oleggio.  

Sia VF international, sia Consitex sostengono l’intenzione di mantenere in Ticino le proprie aziende con prospettive di sviluppo. Ma a preoccupare i sindacati è soprattutto la situazione complessiva. Quelli citati sono infatti soltanto una parte dei numerosi tagli avvenuti in Ticino che riguardano tutti i settori di attività.

VF International, parla un dipendente: “I manager licenziano all’americana”

A parlare alla RSI è un dipendente di VF, senior designer che vuole rimanere anonimo. “Sono stato assunto l’autunno scorso e ho lavorato poco meno di un anno - spiega -. All’inizio dell’anno abbiamo ricevuto un messaggio video dall’amministratore delegato, in cui ci diceva che i nostri dirigenti sarebbero stati licenziati e che si sarebbe creato un nuovo team che avrebbe poi selezionato le persone da tenere e quelle da licenziare o quelle alle quali sarebbe stato cambiato il ruolo all’interno dell’azienda”.

“In questi quattro mesi abbiamo vissuto nell’incertezza, sotto tantissimo stress. Praticamente come in una pentola a pressione. La cosa più difficile è stata che noi, da gennaio fino ad aprile, non sapevamo se saremmo stati licenziati, tenuti o se ci avrebbero cambiato ruolo”.

“Penso che i dirigenti abbiano una cultura del lavoro americana. Loro licenziano tante persone e assumono tante persone ogni anno. Tuttora hanno questo atteggiamento. Pensano che se licenziano una persona, poi questo trova subito un altro lavoro, ma non è il caso. Le condizioni di mercato sono diventate molto, molto difficili. Il mio futuro lo vedo molto, molto difficile. Penso che dovrò proprio cambiare carriera probabilmente.

Sindacati e associazioni economiche preoccupati

A preoccupare i sindacati è soprattutto la situazione complessiva. Quelli citati sono infatti soltanto una parte dei numerosi tagli avvenuti in Ticino che riguardano tutti i settori di attività. Tagli avvenuti in un brevissimo tempo. Molte aziende ticinesi stanno quindi vivendo difficoltà e un clima di incertezza e per questo anche le associazioni economiche, al pari dei sindacati, sono preoccupate.

La lotta delle piccole e medie imprese

E anche le piccole e medie imprese cercano di stare a galla. Falò si è recato alla Repo SA di Madonna del Piano, nel comune di Tresa. In questa fabbrica di precisione si stampano materie plastiche e pezzi necessari ad altre aziende. Matteo Minetti è il direttore di un’azienda di famiglia, in cui lavorano 21 persone, quasi tutte provenienti da oltre frontiera. L’azienda ha vissuto un periodo molto duro nel 2023, che sperava di aver superato lo scorso anno. Il direttore dell’azienda, Mattero Minetti, spiega che: “È chiaro che oggi, per quanto restiamo ottimisti e le cose tutto sommato possiamo dire che vadano abbastanza bene, rimane tanta incertezza legata a quello che ci sta succedendo intorno. Stiamo navigando abbastanza a vista. A breve potrebbe anche cambiare la situazione e per questo ci muoviamo un po’ sulle uova!” .

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