Un cane “svizzero” premiato a Cannes

Kody, una dolce canaglia a quattro zampe, si è aggiudicato il “Palm Dog” per la sua interpretazione nel film svizzero Le procès du chien della regista Letitia Dosch.

L’intelligente commedia, in gara nella sezione Un certain regard (speriamo tanto di vederla quest’estate in Piazza Grande a Locarno), racconta di un processo intentato ad un cane con il vizio di mordere. Il bizzarro pretesto dà modo alla regista di indagare le storture della nostra società contemporanea: egocentrica, pronta all’indignazione e dipendente dai social.

È dal 2001 che il Palm Dog viene attribuito da una giuria indipendente di giornalisti cinematografici. Si tratta di uno dei riconoscimenti che contraddistinguono la carrellata di premi secondari attribuiti al Festival di Cannes. In mezzo a premi che riconoscono l’impegno civile oppure gli intenti ecologisti, negli anni si è fatto notare questo specialissimo award. E non si tratta di uno scherzo perché i migliori amici dell’uomo riescono a restituire ogni tipo di emozione e concorrono alla riuscita di un film tanto quanto il resto del cast. Basti pensare a lavori che rimasti impressi nell’immaginario collettivo come Lessie oppure Io e Marley o Qua la zampa.

Negli scorsi anni sono stati dati anche dei premi alla carriera e per i ruoli secondari. Questa edizione ha visto soltanto due vincitori, la nostra Palma d’oro e poi un altro cane che appare in un film cinese, ma poca cosa in confronto all’interpretazione di Kody: il suo Cosmos è credibile e sfaccettato, perfettamente in parte grazie ad un lavoro giornaliero con una addestratrice. Letita Dosch che nel film veste anche i panni dell’avvocatessa, ha dichiarato quanto sia stato importante costruire un legame con Kody/Cosmos. Si sono dovuti capire e sentire. Dopo essersi conosciuti hanno trovato la giusta alchimia per dare vita alla loro relazione imputato avvocato. Insomma hanno lavorato duramente come sempre fanno gli attori!