Cultura e spettacoli

Una donazione da 30 milioni per il Kunsthaus di Zurigo

L’ha annunciata l’erede dell’impero AMAG - L’esperto: “Non risolverà i problemi del museo”, in perdita, “ma è un segnale importante anche per altri mecenati”

  • Ieri, 20:44
02:41

Donazione di 30 milioni di franchi per il Kunsthaus di Zurigo

Telegiornale 13.05.2025, 20:00

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Di: ATS/Telegiornale/pon 

Il Kunsthaus di Zurigo è uno dei principali musei svizzeri, lo scorso anno è stato visitato da 513’000 persone (10’000 in più dell’anno precedente) e ha incassato 5,5 milioni di franchi soltanto dalla vendita di biglietti. Tuttavia, la fondazione che lo gestisce ha chiuso in perdita di 1,53 milioni. Pesano i costi di sicurezza e infrastruttura e anche l’inaugurazione del nuovo edificio Chipperfield, che ha raddoppiato la superficie espositiva ma anche aumentato più del previsto i costi per il personale. Per questo ha chiesto un ulteriore aiuto alla città, che già nel 2023 ha versato sovvenzioni per 13,2 milioni di franchi (altri 700’000 sono arrivati dal Cantone). Ora, però, nelle casse del museo arriva una nuova manna: Martin Haefner, erede dell’impero AMAG, ha annunciato lunedì la creazione di una fondazione destinata a organizzare “mostre di fama internazionale”. Sarà dotata di un patrimonio iniziale di 30 milioni, che potrà essere aumentato in futuro, magari anche con l’intervento di altri mecenati.

Per Georg von Schnurbein, direttore del centro di studi sulla filantropia di Basilea, intervistato dal Telegiornale, si tratta di una donazione importante. “È una grossa cifra. Nel settore della cultura, ci sono poche donazioni negli ultimi anni che raggiungono queste dimensioni”, afferma. E si tratta soprattutto di un segnale importante, “perché mostra che il museo ha un sostegno importante nella società, dai privati”. Potrebbero quindi esserci effetti anche su altri investitori. “Magari anche altri mecenati seguiranno questo esempio. Sappiamo da casi del passato, per teatri o musei, che una donazione funge da segnale iniziale e poi spinge altri a partecipare”, spiega von Schnurbein.

L’esperto ritiene tuttavia che questa donazione - il cui utilizzo, come detto, è codificato - non risolverà la difficile situazione finanziaria della quotata istituzione culturale “ ma facilità la pianificazione dei responsabili, che sanno ora di poter già avere per i prossimi anni una certa cifra garantita per le esposizioni temporanee e possono allora concentrarsi sulle altre sfide che riguardano la ricerca di denaro per la gestione generale del museo.”

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