L’Università ticinese della terza età festeggia i 40 anni e a Bellinzona si è tenuta l’assemblea della Federazione svizzera delle Università della terza eta. Al di là delle differenze cantonali e regionali è emersa sempre di più la necessità di fare rete.
Un bel regalo di compleanno, ha auspicato l’Associazione ticinese terza età che gestisce l’offerta formativa nel cantone, sarebbe quello di essere maggiormente riconosciuti dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS). Oggi infatti i corsi rientrano nell’area di competenza del Dipartimento sanità e socialità sotto la voce attività ricreative e del tempo libero per persone anziane.
“Dobbiamo affrontare il discorso non solo da una prospettiva sanitaria”, ha spiegato Giampaolo Cereghetti, direttore dell’Uni 3, ai microfoni della RSI. “Abbiamo sempre lavorato in collaborazione col Dipartimento Sanità e Socialità (DSS), ma questa mattina era ospite la consigliera di Stato del Dipartimento dell’Educazione, perché noi riteniamo che il tema della formazione continua riguarda anche il suo dipartimento”.
L’auspicio: “Fare rete”
Per poter migliorare questa offerta i rappresentanti delle nove università della terza età vogliono incrementare lo scambio tra le varie realtà cantonali. “Le diverse università seguono una linea generale”, ha spiegato Jac Lanerès, co-presidente Università terza età Svizzera.
“Tutte hanno aderito alla Carta svizzera della formazione 65+. Perciò condividiamo una filosofia, quella di una formazione che è aperta a tutti. Però la verità è che tra di noi, tra cantoni, non collaboriamo molto, parliamo tutto il tempo di come vorremmo interagire di più ma poi manca sempre il tempo e soprattutto le risorse che sono limitate. Però adesso vogliamo davvero creare più sinergie tra di noi ma anche con le altre associazioni o con le università ordinarie”.
“È chiaro che il Ticino ha un interesse per la sua visibilità oltre Gottardo”, sottolinea Cereghetti. “Più o meno il 53% degli italofoni di Svizzera abitano oltre Gottardo. Inoltre, pensando ai rapporti intergenerazionali, ci sono 10’000 studenti circa in Svizzera che nei licei studiano italiano. Potrebbero approfittare, magari saltuariamente, di qualcuno dei corsi che noi diamo sui grandi autori della letteratura italiana, per esempio”.
Le cifre: 6’000 iscritti in Ticino nel 2024
Il segretariato di Stato della formazione della ricerca e dell’innovazione ha garantito 234’000 franchi dal 2025 al 2028 per avanzare con i progetti; corrisponde al 60% di quanto avrebbero bisogno le Uni3.
Intanto i numeri degli iscritti, dopo il calo durante il Covid-19, tornano a crescere. Solo nel 2024 in Ticino ci sono state 6’000 iscrizioni e si sono tenuti 125 corsi per un totale di 400 ore di formazione continua.

Università della Terza età alla ricerca di fondi
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Le università della terza età fanno rete
SEIDISERA 15.05.2025, 18:00
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